Curiosità

Medium e mago: quali sono le differenze?

Due figure spesso accostate e che nell’immaginario collettivo portano suggestioni di un certo tipo, talvolta non del tutto corrispondenti a realtà. Una certa letteratura romanzata ci ha tramandato l’immagine di maghi con cappelli a punta e bacchetta magica in mano, mentre per i medium dobbiamo rifarci ad alcuni film di successo incentrati proprio su di loro.

Eppure si tratta di figure profondamente differenti tra di loro, anche a livello normativo visto che l’attività di mago è sostanzialmente vietata dalla legge mentre quella del medium trova fondamento da una sentenza del Tar.
Cerchiamo di approfondire meglio i due distinti concetti per capire quali sono le differenze tra di loro. E per farlo prendiamo spunto anche dal sito del medium Athos.

Quali sono le principali differenze a livelli di legge

Partiamo da quanto stabilisce la legge che, come detto, mette in risalto notevoli differenze tra queste due figure. l’attività di mago è vietata dalla legge, come afferma la sentenza di Cassazione n. 5582/95 che la paragona al mestiere di ciarlatano. Più precisamente viene affermato che “l’attività di mago sfrutta la credulità altrui. Giuridicamente si inquadra nel mestiere di ciarlatano, espressamente vietato dall’art. 121 ultimo comma T.U.L.P.S.. Lo sfruttamento della credulità altrui, propria di chi si professi mago, porta facilmente a sconfinare nel reato di truffa.”

In sostanza viene accomunato il lavoro di mago a quello di un ciarlatano. Viceversa parlando di medium, sempre in una sentenza della Cassazione si deve guardare per scoprire che “l’attività di Medium, svolta con correttezza nell’ambito dei limiti e delle conoscenze e delle facoltà del soggetto, senza sconfinare in pretese di poteri taumaturgici (poteri  miracolosi), deve ritenersi lecita e, comunque, indifferente per l’ordinamento giuridico.”

Il lavoro del medium

Quella del medium è quindi vista come una professione, riferita a persone con particolari poteri paranormali e psichici che avrebbero (il condizionale è pur sempre d’obbligo) la capacità di mettere in contatto il mondo degli spiriti e quello degli uomini.

Un intermediario in sostanza, come il nome stesso ‘medium’ suggerisce, che si basa su alcune peculiarità quali la capacità di meditare per riuscire a fungere da ponte verso altre dimensioni superiori. In sostanza l’essere medium non fornisce, in sé, poteri straordinari: si tratta di fare da tramite tra il mondo materiale e quello spirituale, ovvero quello dei vivi e quello dei morti.  

Ciò avviene grazie ad una naturale empatia, ad una sensibilità che dovrebbe essere superiore rispetto a quella di molti altri essere umani, unita ad una notevole forza psichica che consentirebbe (usiamo ancora una voltar il condizionale) di vedere cose che altri individui non vedono. Il tutto sempre con massimo rispetto per chi, ovviamente, può apparire scettico verso questa tipologia di discorso.

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