Cronaca

La morte di Michele Merlo poteva essere evitata, le ecchimosi sul corpo e le diagnosi sbagliate

Emergono nuovi dettagli sulla morte di Michele Merlo. Il 27enne aveva scritto allo studio associato del suo medico di famiglia

Emergono nuovi dettagli sulla morte di Michele Merlo. Il 27enne aveva scritto allo studio associato del suo medico di famiglia, allegando la foto dell’ematoma comparso sulla sua gamba sinistra. Chi gli ha risposto in modo sbrigativo non ha colto che quello era un campanello d’allarme, un sintomo della leucemia fulminante che meno di due settimane dopo si sarebbe portata via il giovane cantante vicentino di Amici, spirato al Maggiore di Bologna. Ne scrive il Corriere Veneto.

La morte di Michele Merlo poteva essere evitata, le diagnosi sbagliate

L’inchiesta sulla morte dell’artista è recentemente passata dalla Procura di Bologna ai magistrati vicentini. Una perizia ipotizza che con un semplice esame del sangue sarebbe emersa l’emopatia acuta che stava colpendo Michele, e sarebbero potute scattare le cure del caso, con alte probabilità di successo.

Le prime ecchimosi

Le prime ecchimosi – ricostruisce la testata vicentina – si palesano il 7 maggio, sulle braccia e le spalle. Altre ne compaiono dopo una dozzina di giorni, una particolarmente grossa sulla coscia sinistra: Merlo la fotografa e spedisce l’immagine allo studio medico, ma non ottiene risposta su quel livido che gli fa male. A quel punto Merlo si rivolge al pronto soccorso di Cittadella (Padova): anche qui non viene colta la gravità di quel sintomo, al ragazzo viene dato un codice bianco, e dopo ore di attesa Michele Merlo se ne va senza essere stato visto da nessuno. A quel punto bussa allo studio medico, dicendo di aver preso alcune botte durante un trasloco; il medico gli dice di tornare dopo alcuni giorni.

La situazione precipita a maggio

È  la fine di maggio, e a quel punto la situazione precipita: Merlo inizia ad accusare dolori alla testa e sanguinamento dal naso. Il giovane bussa a un altro ospedale: è quello di Vergato, nel Bolognese, dove è arrivato per incontrare la sua fidanzata. Lì nessuno lo visita. Nella notte fra il 2 e 3 giugno Michele ha forti dolori alla gola, vomita. Un’ambulanza trasporta Michele al Maggiore di Bologna. Solo una tac alla testa rivelerà che si tratta di leucemia fulminante. Il ragazzo muore la sera del 6 giugno.

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