Cronaca

Università italiane, le migliori secondo la classifica del Censis

Migliori Università del 2022: la classifica Censis completa. Si tratta di un’articolata analisi del sistema universitario italiano

Anche quest’anno è disponibile la Classifica Censis 2022 delle Università italiane, giunta alla sua ventiduesima edizione: uno strumento che è stato creato per fornire orientamenti alle scelte di tutti gli studenti pronti a intraprendere la carriera universitaria.

Si tratta di un’articolata analisi del sistema universitario italiano (atenei statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensioni) basata sulla valutazione delle strutture disponibili, dei servizi erogati, del livello di internazionalizzazione, della capacità di comunicazione 2.0 e della occupabilità.

Censis, le migliori università italiane del 2022: la classifica completa

La prima posizione tra i mega atenei statali (quelli con oltre 40mila iscritti) è occupata anche quest’anno dall’Università di Bologna, con un punteggio complessivo di 89,8. Seguono l’Università di Padova e La Sapienza di Roma, rispettivamente in seconda e terza posizione con i punteggi di 88,0 e 86,5. Sale in quarta posizione l’Università di Pisa (85,2), che scalza l’Università di Firenze, che retrocede al quinto posto, totalizzando 84,3. Avanza di due posizioni l’Università Statale di Milano (82,7), che tra i mega passa dall’ottava alla sesta posizione. L’Università di Palermo si conferma settima, ex aequo con l’Università di Torino, con 80,8 punti. Chiudono la classifica dei mega atenei l’Università di Bari e la Federico II di Napoli, rispettivamente in penultima e ultima posizione.

È l’Università di Pavia quest’anno a detenere la posizione di vertice tra i grandi atenei statali (da 20mila a 40mila iscritti), con un punteggio totale di 91,0, superiore a quello dell’Università di Perugia, che dopo un lungo periodo di  primato retrocede in seconda posizione con 90,8 punti. Scalano la classifica di una posizione l’Università della Calabria e l’Università di Venezia Ca’ Foscari, passando rispettivamente in terza e quarta posizione con un punteggio di 90,3 e 88,7. Salgono di due posti l’Università di Milano Bicocca (+13 punti nell’indicatore dei servizi per gli studenti) e l’Università di Cagliari (+10 punti nell’indicatore relativo a comunicazione e servizi digitali), rispettivamente in quinta e sesta posizione con i punteggi di 88,5 e 87,8. Segue in settima posizione l’Università di Parma (86,8), a cui si accoda l’Università di Genova (85,7), ottava, avendo scalato tre posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno. Stabile in decima posizione l’Università di Roma Tor Vergata (85,0), seguita in undicesima posizione dall’Università di Salerno (84,8), che perde rispetto alla scorsa annualità 9 posizioni, a causa soprattutto dell’apprezzabile decremento dell’indicatore relativo a borse e altri servizi in favore degli studenti gli studenti (-28 punti). Guadagna una posizione l’Università di Chieti e Pescara, che con il punteggio complessivo di 80,3 si colloca in quindicesima posizione. Chiudono, infine, la classifica dei grandi atenei statali l’Università di Roma Tre (78,8), l’Università di Catania (78,3) e quella di Messina (75,8), rispettivamente in terzultima, penultima e ultima posizione.


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Univeristà di Padova

Apre la classifica dei medi atenei statali (da 10mila a 20mila iscritti) l’Università di Siena, che con il punteggio di 96,7 si guadagna la prima posizione, detenuta lo scorso anno dall’Università di Trento, che con 94,8 scende in terza posizione (a causa soprattutto della perdita di 10 punti nell’indicatore relativo all’occupabilità), preceduta dall’Università di Sassari (96,0), che guadagna una posizione (grazie soprattutto all’incremento di 15 punti nell’indicatore relativo a borse e altri servizi in favore degli studenti). Anche quest’anno, stabile in quarta posizione c’è l’Università di Trieste, che totalizzando 94,5 punti precede l’Università di Udine (quinta con 94,0 punti), che perde due posizioni rispetto alla precedente classifica. Scende di una posizione l’Università Politecnica delle Marche (91,2), attestandosi in sesta posizione, seguita dall’Università di Brescia (88,5), che si mantiene stabile al settimo posto. L’Università del Salento (87,0) scende dalla sesta all’ottava posizione, seguita dall’Università di Urbino Carlo Bo (84,8), stabile in nona. Guadagna una posizione l’Università dell’Insubria (83,3), decima in graduatoria. Ne perde una l’Università di Foggia (undicesima con 82,3 punti) e quattro l’Università del Piemonte Orientale (dodicesima con 82,0). Chiude il ranking, in ultima posizione, l’Università di Napoli Parthenope, preceduta in penultima e terzultima posizione dall’Università di Napoli l’Orientale e dall’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro.

Nella classifica dei piccoli atenei statali (fino a 10mila  iscritti) continua a occupare la prima posizione l’Università di Camerino, con un punteggio complessivo pari a 99,5, seguita in seconda da un altro ateneo marchigiano, l’Università di Macerata, che somma il punteggio di 87,2. Al terzo posto, avendo scalato tre posizioni grazie anche all’incremento di 8 punti e di 6 punti rispettivamente negli indicatori relativi a comunicazione e servizi digitali e occupabilità, quest’anno c’è l’Università Mediterranea di Reggio Calabria (86,5). Retrocedono in quarta e quinta posizione gli atenei laziali di Cassino (85,0) e della Tuscia (83,0). Si sposta verso l’alto della classifica l’Università della Basilicata (80,5), che acquisendo due posizioni si qualifica sesta, prima dell’Università di Teramo (80,2), stabile al settimo posto. Retrocede di tre posizioni l’Università del Sannio (79,3), a causa soprattutto del decremento di 23 punti riportato nell’indicatore relativo a borse e altri servizi in favore degli studenti, ricoprendo la penultima posizione, prima dell’Università del Molise (75,7), che chiude la classifica dei piccoli atenei statali.

La classifica dei Politecnici è guidata anche quest’anno dal Politecnico di Milano (con un punteggio pari a 97,0), seguito al secondo posto dal Politecnico di Torino (91,5), che occupa la seconda posizione, che lo scorso anno apparteneva allo Iuav di Venezia (90,5), ora in terza posizione. Chiude la classifica il Politenico di Bari (87,7).


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La Sapienza

Gli atenei non statali

Con riferimento alla classifica degli atenei non statali, si osserva stabilità tra i grandi atenei (con oltre 10.000 iscritti): in prima posizione l’Università Bocconi (92,6 punti) e in seconda l’Università Cattolica (76,2). Tra i medi (da 5.000 a 10.000 iscritti) è la Luiss a collocarsi in prima posizione con un punteggio di 93,2, seguita quest’anno dallo Iulm, che con 80,2 punti si colloca in seconda posizione. Al terzo posto la Lumsa (80,0), a cui si accoda l’Università Suor Orsola Benincasa (69,2), che chiude la classifica.

Tra i piccoli (fino a 5.000 iscritti), più numerosi, la Libera Università di Bolzano mantiene la posizione di vertice (con un punteggio di 94,6), seguita in seconda posizione dall’Università di Roma Europea (86,8) e dalla Liuc-Università Cattaneo (83,6), stabile al terzo posto. Guadagna quattro posizioni, grazie soprattutto all’incremento di 14 punti nell’indicatore relativo a borse e altri servizi a favore degli studenti, l’Università Link Campus, che con il punteggio di 80,4 è quarta in classifica. Avanza in quinta posizione l’Università San Raffaele (79,2). Retrocede al quinto posto, perdendo una posizione, l’Università degli Studi Internazionali di Roma (78,6) e scala tre posizioni l’Università Lum De Gennaro (76,0), che riporta un incremento di 14 punti per l’indicatore relativo ai servizi. Chiudono la classifica con un punteggio di 75,6 l’Università della Valle d’Aosta, di 75,4 l’Università di Enna Kore (-16 punti per l’indicatore borse e altri servizi a favore dello studente) e di 75,2 l’Università Campus Biomedico di Roma (-24 punti per l’indicatore servizi), rispettivamente in terzultima, penultima e ultima posizione.

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