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Migranti, Di Maio: «Firmerò un decreto per i rimpatri in 4 mesi»

Il leader del M5s e ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, firmerà un decreto che provvederà ad effettuare nei giro di 4 mesi i rimpatri dei migranti.

Di Maio: «Firmerò un decreto per i rimpatri dei migranti  in 4 mesi»

“Non credo che la soluzione sia dire ‘accogliamoli tutti’ La soluzione è dire: chi può stare qui deve essere redistribuito negli altri Paesi ma non possiamo aspettare due anni per sapere se possono stare qui o se possono essere rimpatriati. Domani firmerò un decreto che ci permetterà in 4 mesi di capire se le persone che arrivano possono stare o devono essere rimpatriate. Così mandiamo un messaggio: inutile che venite se non avete i requisiti per l’asilo”. Così ha detto il leader del M5s e ministro degli Esteri Luigi Di Maio a ‘Dritto e rovescio’ su Rete4 sottolineando che sul tema dei “rimpatrii siamo all’anno zero”.

I ministri degli Esteri e della Giustizia, Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede, presenteranno infatti domani mattina alla Farnesina il decreto ministeriale sui migranti. Il testo prevederebbe tra gli altri punti l’indicazione dei Paesi sicuri per velocizzare i rimpatri, ed è, frutto di “un lavoro di squadra, nasce di concerto con il premier, con il ministro dell’Interno”, ha sottolineato di Maio che ha aggiunto: “Il decreto non va a ledere nessun diritto umano, ma è legato a procedure faraginose. Io credo che redistribuzione non è soluzione definitiva, io penso che dobbiamo lavorare sul principio che dobbiamo fare più accordi con Paesi del Mediterraneo o con cui abbiamo già fatto accordi commerciali, con Paesi che hanno loro democrazia, allora possiamo anche metterci d’accordo nel dire ‘se arrivano i barchini sulle nostre coste, noi velocemente ve li rimandiamo indietro'”.

Il decreto

Sul decreto ministeriale, a poche ore dalla sua presentazione, poche sono le certezze. Indiscrezioni parlano dell’individuazione di una lista di Paesi sicuri più larga di quella alla quale finora si è fatto riferimento. Lista che potrebbe includere, ad esempio, anche la Tunisia.

Pare che nel provvedimento sia prevista anche un’accelerazione delle procedure per la definizione dei Paesi d’origine da parte delle commissioni territoriali.

Al decreto il ministro degli Esteri ha inoltre intenzione di accompagnare un pacchetto di accordi proprio con i Paesi africani “teatro” delle partenze per l’Europa attraverso i porti libici. Accordi sui quali già nei mesi scorsi, tra l’altro, ha lavorato il premier Giuseppe Conte nelle sue numerose “sortite” in Africa.

Una stretta, insomma, che va nella direzione opposta a chi invece pone l’accento sul diritto di asilo individuale, e che testimonia come, nel governo giallo-rosso, il Movimento dia una risposta “politica” a Salvini su un tema che il leader leghista si appresta a cavalcare anche alle prossime Regionali

“La soluzione è il blocco delle partenze”, è il mantra che il leader del M5S sta ripetendo da giorni, convinto che con una stretta sui rimpatri e una cooperazione con i Paesi africani gli sbarchi possano davvero ridursi.

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