Cronaca

Milano: pena ridotta per il marito stupratore, “lei era troppo disinvolta”. La procura fa ricorso in Cassazione

Una sentenza della Corte d’Appello di Milano ha ridotto di 6 mesi la pena a un uomo che, dopo aver sequestrato la moglie per una intera notte, l’ha picchiata e minacciata e infine costretta ad avere un rapporto sessuale. Il motivo? Per i giudici l’uomo avrebbe agito in un “contesto familiare degradato” e “caratterizzato da anomalie quali le relazioni della donna con altri uomini“.

La procura generale di Milano ha deciso di fare ricorso in Cassazione contro questa sentenza che, di fatto, scarica la colpa dello stupro sulla donna, che avrebbe “esasperato” il marito con la sua condotta “troppo disinvolta“.

“Condotta troppo disinvolta”, Corte d’Appello di Milano riduce la pena al marito stupratore

I fatti risalgono alla notte tra il 7 e l’8 giugno del 2019 quando l’uomo, 63 anni e residente a Vimercate, nel Monzese, dopo aver insultato e inveito contro la coniuge 43enne accusandola di diversi tradimenticon uomini conosciuti su Facebook” l’ha minacciata di morte, le ha puntato un coltello al viso e le ha strappato di mano il telefono così da impedirle di chiedere aiuto.

Infine l’ha colpita con un tavolino di legno e ha iniziato a picchiarla a mani nude. Pugni e schiaffi al viso in una escalation di violenza culminata con colpi violenti alla schiena che hanno tramortito la donna che è stata poi trascinata per i capelli e gettata sul letto. “Da qui non esci viva“, le parole esclamate dal 63enne che l’ha poi violentata. Al termine del processo di primo grado avvenuto con rito abbreviato l’uomo era stato condannato dal tribunale a Monza a 5 anni.

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