Cronaca

Milano, famiglia che vive nella muffa in una casa popolare

La denuncia di una famiglia che vive in una casa popolare ad Aler, a nord di Milano: “Viviamo nella muffa nera”

La denuncia di una famiglia che vive in una casa popolare ad Aler, a nord di Milano: “Viviamo nella muffa nera”. Nonostante la richiesta di cambio alloggio la situazione sembra non sbloccarsi.

Milano, famiglia che vive nella muffa in una casa popolare

L’incubo di Gianluca Napoletano, inquilino, insieme ai suoi genitori, di un appartamento di 35 metri quadri dell’Aler, l’azienda che gestisce le case popolari per Regione Lombardia, in via Celentano, intestato alla madre, a Crescenzago. Vivono nella muffa nera, e da qualche tempo ne è stata dichiarata l’antigienicità.

La mamma è invalida

“Nonostante le nostre richieste di avere un’idea delle possibilità di cambio alloggio, ci è stato detto che non ci sono delle liste consultabili – ha detto il 25enne – Noi vorremmo rimanere in zona per rimanere vicini al lavoro di mia madre, alla quale mancano ancora più di due anni per la pensione. Mia mamma è invalida al 60% e ha dei problemi alla schiena, con diverse ernie che sono peggiorate nel tempo e già adesso fa molta fatica a salire le scale dei nostri quattro piani, per questo chiedevamo uno stabile almeno con l’ascensore”. La richiesta di cambio alloggio è stata accettata ad agosto 2020, data di ricezione della raccomandata spedita dall’ufficio cambio alloggi di via Salemi 21, racconta Gianluca, che non si è mai perso d’animo per trovare una sistemazione decorosa per lui e la sua famiglia.

Calvario burocratico

“Nonostante avessimo richiesto per telefono e per email la dichiarazione o almeno notizie sul documento di antigienicità, non abbiamo mai né ricevuto né visto nulla” ha aggiunto il ragazzo. Da qui in poi continua il calvario burocratico, da novembre 2020 fino al primo aprile 2021 nonostante i solleciti e le e-mail, la famiglia non riesce ad avere riscontro, finché non ne riceve uno negativo.

“Un alloggio vicino al centro psico sociale che segue i miei genitori”

“Abbiamo visionato dall’esterno lo stabile, perché non ci viene comunicato il civico esatto per visionare l’appartamento, e lo abbiamo trovato in uno stato di forte degrado e questo ha peggiorato la situazione psichiatrica fragile dei miei genitori. Mio padre è stato ricoverato per sei giorni al Policlinico per questo motivo. È intervenuto perfino il centro psico sociale di via Asiago che segue i miei genitori, comunicando che i miei devono essere seguiti costantemente per i loro disturbi quindi non possono allontanarsi dalla zona dove siamo ora. La soluzione proposta era anche davvero lontano dal lavoro di mia madre, che è impiegata in una scuola elementare di Crescenzago”. La famiglia è stata poi indirizzato a un bando di 120 alloggi in via Goffredo Mameli che però aveva un canone d’affitto che la famiglia non può permettersi.

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