Cronaca

Milano: violentata nel 2009 per strada, stupratore identificato 14 anni dopo grazie al Dna

L'autore della violenza rimase però senza nome, non essendo emersi ulteriori elementi utili a identificarlo. Ma ora, grazie al Dna la tanto attesa volta è arrivata

Ha dovuto attendere 14 anni per scoprire che ha abusato di lei in strada a Milano nel’ agosto del 2006 ma grazie al Dna trovato su alcuni mozziconi di sigaretta gli inquirenti sono riusciti ad identificare lo stupratore. Si tratta di un 49enne algerino detenuto del carcere di San Vittore che ora sarà accusato di violenza sessuale e rapina.

Stupratore identificato dopo 14 anni grazie al Dna

Erano le 6 del mattino eppure faceva già caldo quel 20 agosto 2006, l’estate dell’Italia campione del mondo, quando al pronto soccorso della clinica Mangiagalli si presentò una 41enne sotto choc, gli abiti fuori posto e le lacrime a rigarle il volto. Stava raggiungendo a piedi la fermata del bus, per recarsi al lavoro in una Milano ancora in vacanza, quando un uomo l’avvicinò per chiederle l’ora.

Un pretesto per afferrarla per le braccia, tapparle la bocca e trascinarla in un’area dismessa di viale Umbria. Minacciata con una grossa pietra, venne costretta a spogliarsi, violentata e rapinata di soldi, cellulare e catenina d’oro.

Le indagini

Sul luogo della violenza, i carabinieri trovarono il sasso utilizzato come arma, un cappello nero e alcuni mozziconi di sigaretta. Reperti subito inviati per gli accertamenti al Ris di Parma, che riuscirono a ricavare un profilo di Dna maschile, lo stesso emerso dalle tracce biologiche sul tampone vaginale della vittima. L’autore della violenza rimase però senza nome, non essendo emersi ulteriori elementi utili a identificarlo. E l’inchiesta venne archiviata.

La svolta

Fino allo scorso 30 novembre, 14 anni, tre mesi e 10 giorni dopo la violenza, quando il Ris di Parma ha comunicato che la Banca Dati Nazionale Dna, istituita nel 2009 ma operativa soltanto dal gennaio 2017, ha accettato il cosiddetto match tra il profilo di Dna maschile tipizzato sui reperti rinvenuti sulla scena del crimine e quello estrapolato dal tampone salivare di un detenuto di San Vittore.

È la svolta che permette alla procura di riaprire l’indagine dei carabinieri, coordinata dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal sostituto procuratore Alessia Menegazzo. E di chiudere il cold case con la notifica in carcere dell’ordinanza di custodia cautelare all’uomo, un senza fissa dimora, irregolare in Italia e con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona.

(Fonte: Il Messaggero)


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