Cronaca

Monaco, sedati prima di essere rispediti in Italia: è questo il trattamento per i “dublinanti”

Sedati dalla polizia tedesca per poi essere rispediti brutalmente in Italia, è questo ciò che mostrano le telecamere ed è questa la pratica molto frequente utilizzata ai danni dei “dublinanti”, coloro che sono sbarcati in Italia per raggiungere altri stati europei e che secondo il Trattato, debbono tornare presso il luogo di primo approdo.

Violenze ai “dublinanti”

Nell’ultimo periodo gli sforzi della polizia per interrompere il flusso sono aumentati, il numero dei rimpatri dei Paesi dell’Unione Europea si è moltiplicato, superando per la prima volta quello degli sbarchi.

Eppure, non è tutto, pare che in alcune testimonianze si testimoniano deportazioni violente, durante le quali si somministrerebbero sostanze chimiche.

«La polizia mi ha portato ad Amburgo, in un’area speciale dell’aeroporto, dove c’era l’aereo ed eravamo in tanti. Ci hanno costretto a tornare in Italia e la deportazione è stata violenta. Noi eravamo più di 50 sul volo privato». Questo è quanto si evince dalla dichiarazione di un “dublinante”.

In seguito si registrano casi a limite dell’umano: «L’ultima volta che mi hanno riportato in Italia mi hanno legato qui – facendo il gesto della cintura sul busto – con le corde, qui con le gambe, tutto».

Ma le denunce non finiscono di certo qui: «la polizia arriva e ti afferra, ti blocca, prova a sbatterti per terra, se tu ti opponi…». «e qualche volta ti drogano o ti fanno un’iniezione o qualcosa del genere».

I drammi che si consumano a Monaco di Baviera non hanno precedenti: «il mio amico che è stato preso, mi ha detto che gli hanno messo qualcosa sulla testa e si è addormentato immediatamente. Quando si è svegliato, era in Italia».

Stephan Theo Reichel della “Ceo Ong Matteo – Chiesa ed Asilo” dichiara che è stata posta una domanda al ministro degli Interni, ovvero se sono state somministrate qualche sostanze chimiche durante le deportazioni. In Germania utilizzano tutte le medicine consentite dalla legge, ma lui «non ha negato e non ha smentito… Mai».

L’inferno degli “Anker Kamp”

Gli immigrati sedati dalla polizia tedesca, prima di essere rispediti in Italia, vanno a finire negli Anker Kamp (letteralmente campi di detenzione) dove le azioni della polizia si sono moltiplicate, le donne incinta, i bambini e i padri presenti al loro interno sono terrorizzati.

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