Cronaca

Morte di George Floyd, nuovi dettagli nei filmati. “Non respiro”. L’agente: “Non urlare”

“Non respiro”. George Floyd ha ripetuto questa frase 20 volte prima di morire, il 25 maggio, soffocato da un poliziotto. A fornire nuovi dettagli sull’agonia dell’afroamericano ucciso a Minneapolis è la trascrizione dei filmati della “body camera” degli agenti di polizia accusati della sua morte. Ad un certo punto Floyd dice all’agente Derek Chauvin: “Mi stai uccidendo”. Ma lui risponde: “Allora smettila di parlare, smettila di urlare. Ci vuole tanto ossigeno per parlare”.

Le ultime parole di George Floyd: “Non respiro”

L’agente Chauvin deve rispondere dell’accusa di omicidio di secondo grado per aver provocato la morte di Floyd, premendo con il suo ginocchio sul collo di Floyd per oltre 8 minuti. Gli altri tre poliziotti – Thomas Lane, J Alexander Kueng e Tou Thao – sono accusati di favoreggiamento e omicidio.

Le indagini

Le trascrizioni sono state presentate al tribunale del Minnesota dai legali di Thomas Lane. Accusato di favoreggiamento, Lane afferma che era in servizio solo da quattro giorni e ha obbedito agli ordini di Chauvin, che aveva 19 anni di esperienza. Ad un certo punto Lane chiede se non sarebbe meglio voltare Floyd sul fianco, ma Chauvin, continuando a premere con il ginocchio sul suo collo, risponde di no.


Tutte le notizie sul coronavirus

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio