Cronaca

Morte di Gianluca Vialli: Dino Baggio, il doping e la ‘chimica’

"Indagare sulle sostanze che abbiamo preso in quel periodo"

Parole forti quelle di Dino Baggio dopo la morte di Gianluca Vialli. “Se n’è andato troppo presto, bisognerebbe indagare sulle sostanze che abbiamo preso in quel periodo” ha dichiarato l’ex centrocampista della Nazionale e della Juventus in una intervista al Corriere della Sera.

Morte di Gianluca Vialli, Dino Baggio punta il dito contro la ‘chimica’

Dunque, secondo Baggio bisognerebbe investigare sulle sostanze assunte dai calciatori trent’anni fa: “In quel periodo venivamo sottoposti a controlli ogni tre giorni, quindi l’antidoping ha funzionato. I prodotti che abbiamo assunto erano tutti leciti, altrimenti saremmo andati incontro a maxi squalifiche. Quello che mi piacerebbe capire, con approfondimenti scientifici, è se quei prodotti a lungo termine possano averci creato problemi di salute”.

Baggio ha spiegato che a consigliare cosa assumere era “il medico della squadra, nessun giocatore poteva assumere alcuna sostanza senza l’approvazione del dottore che seguiva la squadra. Il doping c’è sempre stato in tutti gli sport e anche i controlli sono stati efficaci. Nessun giocatore aveva interesse ad assumere sostanze illecite perché il rischio di non giocare più era tanto”.

Doping e non solo, Baggio è preoccupato da un altro fattore: “I campi su cui giocavamo erano tutti trattati chimicamente, non si sa bene con quali sostanze. Questo mi fa riflettere. Venivano impiegati disinfestanti per tenere in ordine i terreni di gioco e non sappiamo cosa abbiamo respirato. I campi avevano degli odori particolari. Oggi di sicuro c’è una conoscenza molto più ampia rispetto a 30 anni fa. Si usano tantissimi prodotti naturali, i nostri erano chimici. Io ho cercato di eliminare tutto, mangiando solo prodotti sani di cui conosco la provenienza”. 

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