Cronaca

Morti gli ultimi 2 nazisti condannati in Italia: Alfred Stork e Karl Wilhelm Stark

Furono tra i responsabili dell'eccidio di Cefalonia e quello di Vallucciole

Morti gli ultimi 2 nazisti condannati in Italia: Alfred Stork e Karl Wilhelm Stark. Furono tra i responsabili dell’eccidio di Cefalonia (8 settembre 1943) e quello di Vallucciole (13 aprile 1944). Nessuno dei due ha mai fatto un giorno di carcere o di detenzione domiciliare.

Morti gli ultimi 2 nazisti condannati in Italia: Karl Wilhelm Stark e Alfred Stork

Gli ultimi due militari di guerra tedeschi superstiti condannati definitivamente all’ergastolo per l’uccisione indiscriminata di militari e civili italiani sono morti: si tratta, come conferma all’Ansa il procuratore generale militare Marco De Paolis, del centenario Karl Wilhelm Stark, accusato di vari eccidi commessi nel 1944 in varie località dell’Appennino tosco-emiliano e di Alfred Stork (97 anni), ritenuto responsabile di una delle stragi avvenute sull’isola di Cefalonia nel settembre 1943 nei confronti dei militari della Divisione Acqui.

Wilhelm Karl Stark e l’eccidio di Vallucciole (13 aprile 1944)

L’eccidio di Vallucciole è stata una strage nazifascista compiuta il 13 aprile 1944 a Vallucciole, frazione di Stia (attuale comune di Pratovecchio Stia) in provincia di Arezzo. Con un bilancio finale di 109 vittime, è una delle stragi nazifasciste più gravi avvenute sul territorio italiano durante la seconda guerra mondiale.

L’armadio della vergogna

Nel 1994 venne scoperto in uno scantinato della procura generale militare di Roma il cosiddetto armadio della vergogna, contenente anche un faldone di vecchie indagini sulla strage di Vallucciole. A distanza di 50 anni si riuscì così a portare a processo i responsabili dell’eccidio ancora in vita e far emergere che questa strage sproporzionata fu in realtà premeditata e pianificata nel contesto delle esigenze belliche naziste dell’epoca, cioè non fu una rappresaglia conseguente all’uccisione di due spie tedesche. Il processo di Verona, iniziato il 17 dicembre 2009, portò alla presentazione delle scuse ufficiali all’Italia da parte del ministro degli esteri della Germania.

Le condanne

Dopo due anni di processo, in cui furono giudicati anche la strage di Monchio e la strage di Cervarolo, il 6 luglio 2011 il Tribunale militare di Verona condannò alla pena dell’ergastolo Alfred Luhmann, Helmut Odenwald, Ferdinand Osterhaus, Fritz Olberg, Wilhelm Karl Stark, Erich Koeppe e Hans Georg Karl Winkler, mentre a seguito del decesso di Wilhelm Bachler, Gabriel Horst e Günter Heinrot venne disposto il non luogo a procedere per quest’ultimi. Il 4 dicembre 2014 la Corte d’appello di Roma annullò la condanna a carico di Koeppe, Odenwald e Osterhaus, così come la condanna a carico della Germania in base al principio d’immunità degli stati sovrani.

Alfred Stork e l’eccidio di Cefalonia (8 settembre 1943)

Alfred Stork nel 2013 è stato riconosciuto colpevole dal tribunale militare di Roma per aver partecipato all’eccidio di Cefalonia, fucilando almeno 117 italiani. Per questo fatto ha ricevuto una condanna all’ergastolo in Italia. La sentenza comunque non è eseguita. Stork è contumace, vive nella sua villetta a Kippenheim e il governo tedesco non concede l’estradizione dei suoi cittadini coinvolti in crimini di guerra.

L’eccidio di Cefalonia fu un crimine di guerra compiuto da reparti dell’esercito tedesco a danno dei soldati italiani presenti su quelle isole alla data dell’8 settembre 1943, giorno in cui fu annunciato l’armistizio di Cassibile che sanciva la cessazione delle ostilità tra l’Italia e gli anglo-americani. In massima parte i soldati presenti facevano parte della divisione Acqui, ma erano presenti anche finanzieri, Carabinieri ed elementi della Regia Marina. Analoghi avvenimenti si verificarono a Corfù che ospitava un presidio della stessa divisione Acqui.

La guarnigione italiana di stanza nell’isola greca si oppose al tentativo tedesco di disarmo, combattendo sul campo per vari giorni con pesanti perdite, fino alla resa incondizionata, alla quale fecero seguito massacri e rappresaglie nonostante la cessazione di ogni resistenza. I superstiti furono quasi tutti deportati verso il continente su navi che finirono su mine subacquee o furono silurate, con gravissime perdite umane.

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