Cronaca

Morto Erriquez, voce e anima “scatenata e libera” della Bandabardò: chi era?

Il cantante combatteva da tempo con una grave malattia. "Salutiamo con gratitudine un guerriero generoso e un grande Poeta", sono le parole commosse della sua famiglia

La musica italiana perde un altro grande esponente. È morto oggi, domenica 14 febbraio, all’età di 60 anni, nella sua abitazione di Fiesole, Enrico Greppi, in arte Erriquez, volto della Bandabardò. “Salutiamo con gratitudine un guerriero generoso e un grande Poeta”, sono le parole commosse della sua famiglia. “La mia è stata tutta un’avventura“, scriveva, nel suo ultimo messaggio pubblico, Erriquez. Indubbiamente, non c’è cosa più vera.

A rendere nota la sua scomparsa è stato il manager Francesco Barbaro. L’artista combatteva da tempo contro il cancro. Con laSc Bandabardò aveva da poco festeggiato i 25 anni di carriera con un evento al Mandela Forum di Firenze. Ma chi era? Vediamo insieme la vita, la biografia e la carriera musicale.


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Morto Erriquez, voce e anima della Bandabardò: chi era? La biografia

Erriquez, pseudonimo di Enrico Greppi (Firenze, 1º settembre 1960 – Fiesole, 14 febbraio 2021), è stato un cantante e chitarrista italiano, leader del gruppo folk toscano Bandabardò.

Biografia: l’infanzia in giro per l’Europa e la formazione musicale

Nasce in Toscana, ma ben presto si trasferisce a seguito della famiglia dapprima a Bruxelles dove frequenta la scuola europea ed in seguito in Lussemburgo, nazione multirazziale in cui ha modo, secondo sua stessa ammissione, di assorbire ed integrare varie culture ed imparare più lingue.

Nell’ambiente familiare la tradizione musicale è forte, in particolare dal ramo materno che vanta generazioni di musicisti professionisti, ma anche il padre ed altri parenti si dilettano amatorialmente con diversi strumenti. Lo stesso Erriquez viene avviato fin da giovanissimo allo studio della musica con 4 anni di conservatorio e 6 di violino, strumento per cui si dimostra portato pur sognando ben altri generi musicali.

Siamo infatti negli anni settanta, il periodo di maggiore splendore per la musica rock, e tra i gruppi più amati dal giovane Erriquez ci sono Who, Pink Floyd, e Jethro Tull.

Il giovane Erriquez abbandona quindi presto il violino per dedicarsi al basso, e forma il suo primo gruppo con il fratello alla batteria ed il migliore amico alla chitarra, i GGR, un acronimo che indicava le iniziali dei cognomi dei componenti.

Il gruppo ha breve vita, ma ottiene l’effetto di persuadere Erriquez ad abbandonare il basso per dedicarsi da autodidatta alla chitarra, strumento che vive anche di vita propria e con cui può emulare non solo i grandi del rock, ma anche gli altrettanto amati cantautori italiani, come Fabrizio De André e Lucio Battisti.

Il ritorno in Italia e il primo successo

A 19 anni, dopo l’esame di maturità, Erriquez decide assieme ad alcuni amici di fare ritorno in Italia, e tenta la carriera universitaria a Firenze, prima in Economia e commercio e poi in Scienze politiche.

La sua giornata in questo periodo si divide tra il mestiere di grafico pubblicitario, l’impartire lezioni private di francese, e le prove con un nuovo gruppo musicale, i Vidia per cui ottiene di essere cantante e chitarrista, e di scrivere testi in italiano in un periodo come il 1985 in cui il rock è quasi totalmente in lingua inglese.


 


I Vidia, sotto la guida di Erriquez, sviluppano pian piano un loro repertorio e vengono notati da Gianni Maroccolo, all’epoca nei Litfiba, che decide di produrli. Il primo disco, a detta dello stesso Erriquez, non è granché ma riesce a vendere 5.000 copie regalando al gruppo la prospettiva di un secondo disco seppure con la sollecitazione, da parte della casa discografica, ad aprirsi ad un genere più commerciale.

Sotto questa pressione la band presto si divide con Erriquez, supportato dallo stesso Maroccolo, da un lato, ed il resto della band dall’altro.

Verso la fondazione della Bandabardò

Rimasto solo, Erriquez accetta l’offerta di Maroccolo di partecipare al tour di Andrea Chimenti, fresco di debutto solista e tra i primi esempi italiani di world music.

È durante questo tour che conosce Alessandro Finazzo, detto Finaz, chitarrista elettrico dalla tecnica sopraffina di cui nota subito il potenziale pur contestandogli la scelta dell’elettrico che, a suo parere, ne sminuisce le capacità.

Una volta finito il tour, Erriquez propone a Finaz una collaborazione a patto che questi si converta all’acustico. Proprio in quel periodo giungono in tour a Firenze i les vrp, un gruppo francese che basa la propria musica sulle ritmiche delle chitarre acustiche. Finaz ne rimane influenzato e di lì a poco suonerà in modo simile per la nascente Bandabardò.

Muore la mattina del 14 febbraio 2021 a 60 anni nella sua abitazione di Fiesole, dopo una lunga lotta contro un male.

Discografia: con la Bandabardò

  • 2004 – Compagni di strada dei La Tresca: voce in Buscar levante por el ponente
  • 2005 – Appunti partigiani dei Modena City Ramblers: voce in I ribelli delle montagne
  • 2005 – Per non parlare della Strega dei Martinicca Boison: voce e cori in Pensieri di un Pattinatore notturno e La Ballerina di Nolde
  • 2006 – 25-60-38 – breve saggio della canzone italiana dei Folkabbestia: voce in Tre briganti
  • 2006 – Il grande niente della Casa del Vento: voce in La meglio gioventù
  • 2007 – SuoNoGlobal di Roy Paci & Aretuska: voce in È meglio la vecchiaia
  • 2008 – Sovrapensieri dei Martinicca Boison: produzione artistica dell’album, cori e tastiere addizionali
  • 2009 – Male Bene degli Almamediterranea: voce in La caffettiera di Cocò
  • 2012 – Il bagno nella canapa EP de I Matti delle Giuncaie: voce in Il bagno nella canapa
  • 2016 – Siamo noi quelli che aspettavamo di Marco Cantini: voce in Cinque ragazzi
  • 2016 – Una vita (quasi) normale di Fabrizio Pocci e Il Laboratorio: voce ne Le stagioni di una vita
  • 2018 – Terre di mezzo EP dei Radio Lausberg: voce in Paraculo Caterì

Premi e riconoscimenti

  • Premio Mei (2013).
  • Premio Ciampi (1996).

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