Cronaca

Morto Ferdinando Carretta, uccise i genitori e il fratello nel 1989

È morto a Forlì, dove viveva da quando era tornato in libertà, Ferdinando Carretta, che nel 1989, a Parma, uccise i genitori e il fratello. Venne rintracciato solo nove anni dopo, quando si era trasferito in Inghilterra.

Morto Ferdinando Carretta, uccise i genitori e il fratello nel 1989

Carretta aveva 61 anni e abitava a Forlì, in una casa che aveva acquistato con l’eredità della famiglia. Lavorava per una cooperativa sociale e a quanto si apprende era malato da tempo.

Ferdinando Carretta, nato il 7 novembre 1962, era figlio di Giuseppe (1936-1989) e Marta Chezzi (1939-1989). Suo fratello Nicola (1966-1989) aveva avuto problemi di tossicodipendenza in passato. Nella famiglia c’erano frequenti litigi, anche per motivi banali. In quel clima familiare, Ferdinando prese la decisione di uccidere i suoi genitori e suo fratello, e per farlo acquistò una pistola semiautomatica Walther 6.35 presso un’armeria di Reggio Emilia.

Morto Ferdinando Carretta
I genitori di Ferdinando Carretta, Giuseppe Carretta e Marta Chezzi

Il 4 agosto 1989, Carretta sparò ai suoi genitori e a suo fratello, uccidendoli, e nascose i loro corpi nel bagno. Successivamente, senza essere disturbato, pulì attentamente la scena del crimine e il giorno successivo si sbarazzò dei tre cadaveri nascondendoli nella discarica di Viarolo, nell’allora comune di Trecasali, vicino a Parma. I corpi non furono mai più trovati.

Il depistaggio e la fuga nel Regno Unito

Tre giorni dopo, l’8 agosto, falsificando la firma di suo padre, incassò un assegno bancario di cinque milioni di lire presso una filiale della Banca del Monte, e fece lo stesso con il conto bancario di suo fratello, per un milione di lire. Infine, allo scopo di far sembrare che i genitori si fossero allontanati volontariamente, guidò il camper di famiglia fino a un parcheggio a Milano, dove lo abbandonò, per poi espatriare nel Regno Unito. Lì si registrò presso i servizi sociali con il nome anagrafico di “Antonio Ferdinando Carretta”. A Londra, dove viveva, Carretta condusse una vita relativamente anonima, abitando in alloggi economici e svolgendo lavori di basso livello, alternati alla riscossione di sussidi di disoccupazione.

Morto Ferdinando Carretta

Fermato a Londra

Il 21 novembre 1998, mentre stava lavorando come pony express a Londra, Ferdinando Carretta fu fermato dalla polizia metropolitana durante un controllo. L’agente che lo identificò riconobbe il suo nome e lo associò a un caso di persona scomparsa in Italia, quindi lo segnalò a Scotland Yard. Quest’ultimo informò l’Interpol, che a sua volta avvisò le autorità italiane della presenza di Carretta nel Regno Unito. Il procuratore Francesco Saverio Brancaccio, rappresentante del Ministero Pubblico di Parma, si recò a Londra per interrogare Carretta. Durante l’interrogatorio, Carretta dichiarò di non aver visto la sua famiglia dall’agosto 1989 e di aver accettato di coprirne la fuga verso i Caraibi dopo una scomparsa di denaro presso l’azienda di suo padre.

L’intervista a Chi l’ha visto?

Successivamente, in un’intervista con Giuseppe Rinaldi sul programma televisivo “Chi l’ha visto?”, Carretta ammise la sua responsabilità nell’omicidio triplo di Parma, nove anni dopo l’accaduto. Alla domanda “Cosa è successo quella sera del 4 agosto?”, rispose con voce ferma e senza mezzi termini: “Ho preso quella pistola e ho sparato ai miei genitori e a mio fratello”. Non furono trovate prove dell’arma del crimine.

Il programma “Chi l’ha visto?” allertò le autorità e Ferdinando Carretta fu arrestato e riportato in Italia insieme alla videocassetta contenente la sua confessione, che fu trasmessa in televisione il 30 novembre 1998. Di fronte al magistrato, Carretta ripeté la sua confessione fatta in diretta televisiva, modificando solo la data dell’omicidio dal 2 al 4 agosto. Il giudice per le indagini preliminari, Vittorio Zanichelli, che registrò la sua confessione, affermò che Carretta “non vedeva l’ora di confessare”.

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