Cronaca

Addio a Patrick O’Connell, l’inventore del nastrino rosso contro l’Aids

Il suo nastrino rosso è il simbolo della lotta contro l'Aids da decenni

È morto all’età di 67 anni Patrick O’Connell, inventore del nastrino rosso contro l’Aids e delle Giornata Senza Arte. O’Connell ha convissuto per quasi 40 anni con la malattia ed è deceduto in un ospedale di Manhattan. Era stato contagiato a metà degli anni ’80, nella New York epicentro della crisi dell’Aids e lui faceva parte della comunità di artisti gay descritto poi da Jonathan Larson in Rent, preda della paura per il dilagare apparentemente inarrestabile del male.

Morto Patrick O’Connell: aveva 67 anni

L’Aids era allora una malattia all’indice, la “peste degli omosessuali” di cui pochi parlavano se non per esprimere giudizi di condanna. “Era come vivere in zona di guerra“, aveva detto O’Connell in una intervista del 2011 a Newsday: “Ma una guerra profondamente segreta di cui solo noi conoscevano l’esistenza“. Determinato a reagire, l’artista cominciò a organizzare riunioni nel loft a Chelsea che divenne poi il quartier generale di “Visual Aids” per dar vita a campagne di arte concettuale che costringessero il pubblico a prendere atto della malattia. Il “Ribbon Project” prese il via nel 1991: il nastrino rosso a forma di “v” capovolta divenne presto simbolo internazionale di militanza, imitato poi da altre campagne in altri colori, giallo a sostegno degli ostaggi, rosa contro il cancro al seno.

Il nastrino rosso contro l’Aids

Il rosso era il colore del sangue, il design minimalista un riferimento al silenzio che circondava la malattia. La campagna prese il volo quando l’artista riuscì a piazzare il nastrino alla cerimonia dei Tony, i premi di Broadway equivalenti agli Academy Awards: indossato sul palco dal presentatore Jeremy Irons e poi dal resto della platea. Vennero poi gli Oscar, gli Emmy, i Grammy e, nel 1993, la consacrazione ufficiale con un francobollo delle Poste Usa.

Le Giornate senza Arte

Se il nastrino rosso era sottile nel suo simbolismo, l’altra campagna contro l’Aids di O’Connell prese di petto il tragico dramma della malattia quando nel 1989 Visual Aids lancio’ la prima “Giornata Senza Arte” in cui musei e gallerie velarono i loro capolavori a lutto. Parteciparono centinaia di istituzioni tra cui il Getty di Los Angeles e a New York il Metropolitan che rimpiazzò un Picasso con un sobrio tabellone illustrativo.

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