Cultura

E’ morto Piero Gelli, il grande protagonista dell’editoria italiana

Nella notte scorsa è morto il grande protagonista dell’editoria Piero Gelli. Il critico letterario e musicale ed editor, figura di spicco del mondo editoriale italiano, dove era considerato “un gentiluomo”. È stato direttore editoriale di Garzanti, poi della Rizzoli, di Einaudi e infine di Baldini & Castoldi. Èstato l’editor di Pier Paolo Pasolini e di Carlo Emilio Gadda a Garzanti, ma ha seguito anche Oriana Fallaci.

Addio a Piero Gelli, il grande protagonista dell’editoria italiana

Nato a Firenze nel 1939, Gelli si laureò con una tesi sullo stile e la lingua dello scrittore Carlo Emilio Gadda con l’illustre linguista Giovanni Nencioni; in seguito conobbe l’autore di “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” grazie al poeta Attilio Bertolucci. Gelli ha insegnato letteratura italiana nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze e in seguito all’Università Bocconi di Milano.

Carriera

Chiamato nel 1969 come giovane esperto di Gadda a studiare alcuni inediti dello scrittore nell’archivio di Garzanti, Gelli nel 1970 di trasferì a Milano perché assunto dalla casa editrice, di cui è stato direttore editoriale per circa vent’anni, diventando vero e proprio braccio destro del fondatore Livio Garzanti. Ebbe rapporti fino al 1975 con Pasolini, uno degli autori di Garzanti, e pubblicò alcuni inediti gaddiani come “La Meccanica” e “Novella seconda“.

Rizzoli

Piero Gelli è stato direttore editoriale anche di Rizzoli, assumendo anche la carica di vicedirettore generale, e poi di Einaudi, dal 1989 al 1993. Proprio durante il suo mandato la casa editrice torinese rinnovò il suo catalogo, lanciando la collana Einaudi Tascabili diretta da Oreste Del Buono; Gelli curò personalmente la pubblicazione di “Petrolio”, il romanzo inedito e incompiuto di Pasolini, con la curatela del filologo Aurelio Roncaglia.

Gli studi

Piero Gelli ha pubblicato studi filologici su Gadda e ha curato il “Dizionario dell’Opera” (Baldini e Castoldi, 1997), “Giuseppe Verdi” di Massimo Mila (Rizzoli, 2000) e le Opere di Carlo Emilio Gadda per Garzanti. Ha collaborato con diverse testate (La Stampa, L’Unità, Linus, Alias). Musicofilo per molti anni ha presentato i programmi musicali di Raitre ed ha curato numerosi volumi di opere liriche illustrate per Archinto ed ha fatto parte del cda del Teatro alla Scala.

Tornato in Toscana dopo il pensionamento, Piero Gelli aveva preso casa a Firenze. Da qualche anno componente della giuria del Premio Viareggio, aveva ripreso a frequentare il Gabinetto Vieusseux dove ha tenuto di recente alcune conferenze e presentazioni.

Il cordoglio

Tra i primi messaggi di cordoglio quello dell’editrice Elisabetta Sgarbi della Nave di Teseo, che su Twitter ha scritto: “Se ne è andato nella notte Piero Gelli, grande editore, raffinato critico, traduttore e curatore, melomane (“Dizionario dell’opera”, Baldini e Castoldi), cinefilo, amabile conversatore di tutto, amico molto caro di tutti noi. Una perdita pari alla sua eleganza“. L’editor Paolo Repetti di Einaudi Stile Libero ha scritto suo social: “Addio a Piero Gelli uomo di un’altra editoria”. La scrittrice Sandra Petrignani ha sottolineato che con “Piero Gelli se ne va un pezzo importante dell’editoria”.

Teatro

Anche il Teatro del Maggio musicale fiorentino che lo ha visto in anni recenti assiduo frequentatore sui social ha scritto: “Piero Gelli era una delle menti più brillanti, colte che univa in sé con estrema naturalezza costruendo con acume ponti e incroci fatti di amore, preparazione, competenza, sagacia, ironia, i mondi letterari e musicali dei quali fu interprete di primo piano”.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio