Cronaca

È morto Raffaele Cutolo: perché era soprannominato ‘O professore | Gli studi e la passione per la poesia

Morto Raffaele Cutolo, perché era soprannominato il professore vesuviano: gli studi e la passione per la poesie del boss

Perché Raffaele Cutolo era soprannominato il professore vesuviano? Il 17 febbraio del 2021 l’ex boss di camorra Raffaele Cutolo è morto all’età di 79 anni.

Da anni detenuto a ParmaRaffaele Cutolo era malato da tempo. Il fondatore della Nuova camorra organizzata, era ricoverato nel reparto sanitario detentivo del carcere di Parma dove è deceduto come confermato dal suo legale.


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Perché Raffaele Cutolo era soprannominato il professore vesuviano

Raffaele Cutolo era noto a tutti come il professore. In tanti si sono sempre chiesti il perché di questo soprannome. Cutolo, fu soprannominato ‘O Professore dai suoi compagni di carcere, perché l’unico tra di loro capace di leggere e scrivere. Inoltre, pare che molti detenuti apprezzassero la sua capacità di riflettere restandone spesso stupiti. Da qui la scelta di conferirgli il titolo di “professore”, dunque un elemento di maggior spessore culturale nell’ambiente carcerario.


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Gli studi di Raffaele Cutolo

Nato ad Ottaviano, Raffaele Cutolo era figlio di un mezzadro e di una lavandaia di Ottaviano. Di umili origini, in vita ha conseguito solo la licenza elementare. Nonostante ciò, ha costruito la sua carriera criminale nella cornice di avventure romanzesche e forse romanzate.

Raffaele Cutolo poeta

Nel corso della sua lunga detenzione in carcere, Raffaele Cutolo ha coltivato la passione per la poesia. All’età di 49 anni, in una intervista realizzata da Enzo Biagi, Cutolo dichiarò di trascorrere le giornate in cella a leggere e scrivere. Una delle sue poesie era intitolata Polvere bianca e tratta della cocaina:

“Polvere bianca / polvere bianca / ti odio! / Sei dolce e sei amara / come una donna / sei pura e sei buio. / Giovani odiatela / la polvere bianca / sì! vi fa volare / per poi farvi / ritornare nel buio più cupo. / Vola per l’ aria / limiti di un’ anima / fatta a pezzi / si tocca il fondo / i fatti diventano voragini buie… / e poi di colpo / i dolori si placano / e il cielo è un’ esplosione di luce / poi più nulla. / L’ indomani / solo un trafiletto sui giornali / ennesimo giovane morto: per droga. / Polvere bianca / ti odio”.

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