Cronaca

È morto Virgil Abloh, fondatore di Off-White e direttore artistico di Louis Vuitton

Abloh aveva 41 anni ed è stato stroncato da un cancro

È morto lo stilista Virgil Abloh, direttore artistico della linea uomo di Louis Vuitton oltre che amministratore delegato e fondatore di Off-White. Abloh è morto a causa di un cancro, un angiosarcoma, cheha combattuto in segreto per anni. Lascia la moglie, Shannon, i figli Lowe e Grey, la sorella Edwina, i genitori Nee e Eunice.

Lutto nel mondo della moda: morto a 41 anni Virgil Abloh

Siamo sotto choc – ha dichiarato il presidente di LVMH Bernard ArnaultVirgil non era solo un genio è un visionario ma era anche un uomo con una bella anima e di grande saggezza. La famiglia di LVMH si unisce a me in questo momento di grande dolore“. “Siamo devastati dal dover annunciare la morte di Virgil, devotissimo padre, marito, figlio, fratello, e amico“, si legge sulla pagina Instagram dello stilista.

La carriera di Virgil Abloh

Virgil Abloh è nato a Chicago, in una famiglia di origini ghanesi. Studia presso l’università del Wisconsin e consegue la laurea in ingegneria civile, dove conosce il futuro collega e amico Kanye West. In seguito completa un master in architettura all’Illinois Institute of Technology. Abloh ha lavorato nella street fashion di Chicago prima di entrare nella moda internazionale grazie ad uno stage presso Fendi nel 2009, al fianco del rapper Kanye West. I due iniziarono quindi una collaborazione artistica che avvierà la carriera di Abloh con fondazione di Off-White.

Il designer americano ha curato anche la direzione artistica di diversi album di Jay-z e West tra cui Watch the Throne, e proprio con questa collaborazione, nel 2011, ottiene una nomination ai Grammy per Best recording package. Da questo momento in poi la musica sarà parte centrale delle collaborazioni artistiche di Abloh.

Come è morto Virgil Abloh

Abloh ha combattuto contro l’angiosarcoma per “due anni. Aveva scelto di condurre la sua battaglia in forma privata sin da quando ricevette la prima diagnosi, sopportando numerosi cicli di trattamenti mentre guidava istituzioni nel campo della moda, dell’are, della cultura. La sua etica del lavoro, la sua infinita curiosità, il suo ottimismo non sono mai venuti meno. A guidarlo erano la sua passione per la sua arte e la sua missione di aprire porte per altri, di spianare sentieri per una maggiore equità nell’arte e nel design. “Tutto quello che faccio, lo faccio per il me stesso 17enne”, diceva“.

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