Nel novembre 2023, Andrea Piazzolla, ex collaboratore di Gina Lollobrigida, è stato condannato a tre anni di reclusione per circonvenzione d’incapace, accusato di aver sottratto beni dal patrimonio dell’attrice. Secondo il giudice monocratico di Roma, l’istruttoria ha chiaramente dimostrato come Piazzolla abbia messo in atto un’opera complessa e manipolativa ai danni della Lollobrigida, che ha portato alla sua nomina come amministratore unico di una società e all’ottenimento di un ampio mandato fiduciario per gestire i conti correnti e il patrimonio dell’attrice.
Gina Lollobrigida, le motivazioni della condanna di Andrea Piazzolla
Il giudice Marco Marocchi ha sottolineato l’irrazionalità degli atti patrimoniali compiuti dalla Lollobrigida in favore di Piazzolla, evidenziando come l’uomo avesse costruito, a partire dal 2010, un rapporto strettissimo e quotidiano con l’attrice, presentandosi come il suo unico protettore e amico, fino a diventare una figura centrale nella sua vita.
Piazzolla avrebbe inoltre indotto l’attrice a compiere importanti donazioni di denaro a suo favore e a quello dei suoi genitori, senza seguire le corrette procedure legali, provocando un significativo assottigliamento del patrimonio della Lollobrigida. Inoltre, avrebbe gestito l’intero patrimonio dell’attrice senza alcun effettivo controllo da parte di quest’ultima.
Gli avvocati della parte civile, Michele e Alessandro Gentiloni Silveri, hanno espresso soddisfazione per la precisione con cui il tribunale ha ricostruito i fatti e attribuito a Piazzolla la responsabilità delle sue azioni. La procura di Roma aveva richiesto una condanna a 7 anni e 6 mesi, ma il giudice ha stabilito una pena di tre anni, una multa di mille euro e il sequestro dei beni mobili e immobili di Piazzolla. Inoltre, è stata disposta una provvisionale immediata di mezzo milione di euro a favore delle parti civili, con la possibilità per Piazzolla di accedere a pene alternative ai servizi sociali.