Cronaca

Il Mulino Bianco va all’asta. Qui Tornatore girò lo spot che ha fatto sognare l’Italia

Il mulino, che ospita un agriturismo, sarà venduto dall'Istituto Vendite Giudiziarie di Siena con un prezzo base fissato in poco più di un milione di euro

Il Mulino protagonista del celebre spot del Mulino Bianco sarà venduto all’asta a ottobre. Reso celebre dallo spot dei biscotti della Barilla realizzata dal creativo Armando Testa e diretto da Giuseppe Tornatore, con le musiche di Ennio Morricone. Il mulino, che ospita un agriturismo, sarà venduto dall’Istituto Vendite Giudiziarie di Siena con un prezzo base fissato in poco più di un milione di euro. La notizia è stata riportata da “La Nazione“.

All’asta il celebre Mulino Bianco: prezzo base poco più di un milione di euro

Prima della popolarità conquistata con la pubblicità, era un mulino in rovina, a poca distanza dall’abbazia di San Galgano, quella che ha per tetto il cielo, e accanto la roccia in cui il cavaliere Galgano incastonò la spada. Il mulino era diventato negli ultimi vent’anni un agriturismo con ristorante, piscina con solarium, una decina di stanze e diversi bagni, una torre e una parte museale dove sono conservati gli strumenti per produrre l’energia elettrica grazie alla ruota del mulino e le macine per lavorare i cereali.

Il celebre spot di Tornatore

Lo spot era talmente efficace che divenne un ‘topos’: c’era il padre, giornalista, che tornava in quella casa di campagna dopo una giornata in redazione; la madre, di una bellezza semplice, con un filo di perle al collo, un ragazzino e una bambina con facce da pubblicità e anche un nonno saggio e rassicurante. Microstorie di gattini adottati e piccoli drammi tutti risolti con le merendine e i biscotti, mentre la ruota di quel mulino, dipinto di bianco per rispettare il logo, girava tranquilla come la ruota del mondo. Tutte le famiglie italiane aspirarono ad assomigliare a quella del Mulino Bianco, partì una caccia grossa al casolare in campagna, in Toscana o in Umbria, dove le colline somigliavano a quel set. E lì, andò in scena un pellegrinaggio che fece epoca.

Visite di curiosi negli anni ’90

Negli anni ’90 durante i week end centinaia di curiosi si mettevano in viaggio per visitare il famoso mulino. Scrive La Nazione”: “Nessuno andava più a San Galgano o a vedere la Spada nella roccia, tutti si fermavano in località Molino delle Pile e si aspettavano che la Barilla aprisse uno spaccio delle merendine. Il Comune di Chiusdino dovette prevedere segnaletiche speciali, aggiustare le strade, in cambio la Barilla sponsorizzò la locale squadra di calcio in Seconda e Terza Categoria, la “Cinghiala”. Dopo qualche anno tutto finì: la Barilla cambiò spot, non volle mai comprare quel mulino nella Val di Merse“.

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