CronacaEconomia

Sanzioni a chi non abbassa il riscaldamento a casa: a quanto ammonteranno le multe per i condomini

Multe ai condomini che non abbassano la temperatura dei riscaldamenti. Secondo la direttiva Ue, invece, la sanzione va dai 500 ai 3.000 euro

In arrivo le multe per i condomini che non abbasseranno la temperatura dei riscaldamenti. Una misura per limitare l’utilizzo del gas in vista della prossima stagione autunnale-invernale. Il ministro Cingolani sta lavorando da giorni insieme ai tecnici per trovare la quadra evitando razionamenti troppo duri.

Multe ai condomini che non abbassano la temperatura dei riscaldamenti

Il Messaggero prova a ipotizzare a quanto potrebbero ammontare le multe sulla base del Testo unico sull’edilizia del 2001 e della direttiva europea sull’efficienza energetica nell’edilizia del 2005. Secondo il primo chi non rispetta “il risparmio e l’uso razionale dell’energia” rischia una multa tra i 516 e i 2.582 euro. Secondo la direttiva Ue, invece, la sanzione va dai 500 ai 3.000 euro. Al momento si tratta solo di ipotesi. Per sapere con certezza quanto rischierà chi non abbasserà il termosifone durante l’inverno, però, bisognerà aspettare il decreto della prossima settimana.

Crisi del gas, il piano di razionamento dell’Italia: cosa prevede

L’Italia prepara il suo piano di razionamento in vista del periodo autunnale-invernale 2023. La crisi energetica spinge l’attuale governo e quello che sarà in carica dopo le elezioni del 25 settembre a prevedere un piano anti-crisi. Un piano che prevede quattro punti

Il razionamento è una situazione sociale che prevede la suddivisione di beni primari (come il cibo) razionando i beni a seconda della situazione. Nella prima guerra mondiale a Londra, Parigi e Berlino il cibo di prima necessità veniva razionato a seconda del numero di persone in famiglia, mentre il cibo di seconda necessità come lo zucchero non veniva più prodotto perché la produzione costava troppo e tutti i soldi dovevano essere utilizzati nell’industria bellica.

Il razionamento poteva anche avvenire in caso di carestia in uno stato o in un territorio, come successe nelle campagne russe nella grande carestia del 1921 che terminò solo nel 1922 uccidendo più di 5 milioni di civili. Infatti la Russia nel 1921 produceva solo 38,2 milioni di tonnellate di grano ovvero meno della metà delle tonnellate prodotte nel 1920. In quel caso il razionamento fu a dir poco distruttivo dato che in tutto la popolazione che fu colpita dalla carestia fu di circa 90 milioni di persone.

Durante il periodo del comunismo di guerra il metodo distributivo del razionamento fu applicato come sistema proditorio ossia non in relazione a una contingenza (sebbene contingenze furono usate per giustificarne l’applicazione) ma come metodo voluto e pianificato, al posto del denaro (che si intendeva abolire definitivamente.



Termosifoni più freddi in inverno

Il governo lavora per mettere a punto alcune misure necessarie per affrontare l’inverno in caso di taglio delle forniture dalla Russia. Tra le voci c’è quella legata alla riduzione dei consumi delle famiglie. In uno studio dell’Enea si legge: “Il settore residenziale è responsabile attualmente di circa il 30% dei consumi finali di energia”. Ecco perché è previsto l’abbassamento di un grado dei termostati, passando così dai 20 abituali a 19 per ottenere un risparmio medio nazionale del combustibile per riscaldamento domestico del 10,7%.

Inoltre, si va verso la riduzione di un’ora al giorno dell’accensione che “può contribuire ad una diminuzione del 3,6% del consumo”. Attuando in contemporanea queste due misure e aggiungendo anche l’accorciamento di 15 giorni del periodo di accensione, stima l’Enea, il risparmio può arrivare al 17,5%, pari a circa 2,7 miliardi di metri cubi di gas.

Coprifuoco per i lampioni nelle strade

Altra misura per ridurre i consumi di gas è quella di tagliare, almeno in parte, l’illuminazione pubblica. Ai comuni potrebbe essere chiesto di spegnere fino al 40% dei lampioni. Fra le azioni di cui si discute a palazzo Chigi e al ministero della Transizione ecologica, ma solo in uno scenario estremo, c’è anche una chiusura anticipata degli uffici pubblici (alle 17,30), dei negozi (che dovrebbero abbassare le saracinesche alle 19) e dei locali (alle 23).


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A chi possono essere interrotte le forniture

Il nostro Paese necessita di circa 70 miliardi di metri cubi di gas l’anno. Per fronteggiare la riduzione dei flussi di gas in arrivo dalla Russia e tagliare i consumi, bisognerà intervenire anche sulle imprese, soprattutto quelle energivore, i grandi consumatori di elettricità. Alle aziende verrà comunque richiesto di ridurre i consumi in maniera selettiva: saranno colpite in prima battuta le cosiddette interrompibili del gas e dell’elettricità, quelle aziende a cui a fronte di una remunerazione è possibile bloccare temporaneamente le forniture in caso di necessità.

Pacchetti a prezzi calmierati

Infine, il governo punta ad accelerare sulla fornitura di pacchetti di energia a prezzi calmierati ai grandi consumatori di gas ed elettricità attraverso il Gse. Il Gestore dei servizi energetici, infatti, può acquistare con contratti a lungo termine energia dai produttori nazionali di gas da rivendere alle imprese energivore.

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