Economia

Mutui, tassi più bassi ma gli italiani temono il futuro: domande in calo

Il 2019 si candida ad essere un anno di contrazione. Le nuove domande di mutuo sono infatti rallentate di quasi il 9% nel periodo gennaio-aprile. Inoltre gli addetti ai lavori evidenziano un calo del 5-6% nel primo trimestre anche delle erogazioni.

Domande in calo per il mutuo

Dal punto di vista strettamente finanziario non ci sono giustificazioni per le domande di mutuo in calo. Le condizioni di mercato rimangono pressoché irripetibili. I tassi (sia nella soluzione a rata fissa, oggi la preferita dagli italiani con circa l’80% della quota di mercato, tanto per quella variabile) restano straordinariamente bassi. I migliori fissi oggi si collocano a un costo complessivo (Taeg, Tasso annuo effettivo globale che comprende oltre agli interessi anche eventuali spese iniziali e accessorie) inferiore al 2%.

È vero che negli ultimi mesi le banche più aggressive hanno aumentato un pò gli spread (portandoli dal paradossale 0 intorno allo 0,5%, si veda grafico) ma questo aumento è stato compensato dalla contemporanea perdita di 30-40 punti base degli indici Irs, sulla base dei quali si calcola il tasso finale il giorno della stipula dal notaio. A conti fatti il Taeg medio dei mutui a tasso fisso non è quindi mutato e rimane appunto sui livelli più bassi di sempre. Mentre i migliori prestiti ipotecari a tasso variabile continuano a viaggiare abbondantemente sotto l’1% (si parte da uno spread dello 0,9% a cui va poi sottratto l’indice Euribor che si aggira intorno a -0,3%).

 

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