Un anziano torna in carcere dopo il provvedimento della Corte di Appello di Napoli che ha disposto la cessazione degli arresti domiciliari con il ripristino della pena detentiva. L’uomo dovrà scontare una sentenza di 8 anni e 4 mesi di reclusione per cumulo di pene per reati di droga e bancarotta. La denuncia del segretario generale Aldo Di Giacomo.
Droga e bancarotta fraudolenta: anziano torna in carcere
“Far tornare in carcere un ottantenne con tutti i problemi di sovraffollamento e di emergenza che ci sono, è pura follia”. Lo sostiene il segretario generale Aldo Di Giacomo che, “senza entrare nel merito del provvedimento disposto dall’Ufficio esecuzione penale della Corte di Appello di Napoli che ha disposto la cessazione della detenzione domiciliare a cui era sottoposto il detenuto, con il ripristino dello stato detentivo per l’espiazione di un cumulo di pene (per i reati di droga e bancarotta fraudolenta) complessivo di 8 anni e 4 mesi di reclusione” sottolinea come “per un ottantenne la conferma degli arresti domiciliari avrebbero garantito comunque l’espiazione della pena”.
“Purtroppo non è l’unico caso. Al 2023 i detenuti in carcere con 70 anni e più sono 1208 (di cui 38 donne), mentre quelli da 60 a 69 anni sono 4835. Questo comporta – aggiunge Di Giacomo – grandi problemi prima di tutto di assistenza sanitaria e cura per buona parte degli over 70enni che, nell’80%, hanno particolari problemi di salute mentre negli istituti è ben nota la carenza di medici e personale sanitario. Tra le malattie più frequenti quelle infettive che interessano il 48% dei detenuti”.