Cronaca Napoli, Napoli

Autisti inidonei, l’Anm chiede verifiche

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NAPOLI. Sono 173 i conducenti dell’Anm per i quali l’azienda ha chiesto alla Motorizzazione civile di Napoli di procedere con le verifiche per confermare (o meno) l’idoneità alla guida degli autobus: lo riporta il quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Ieri mattina l’azienda ha inviato in Motorizzazione l’elenco dei 173 inidonei definitivi, corredato dalle rispettive cartelle cliniche, per chiedere di verificare se siano scattate le condizioni per la revoca della patente di guida D per i mezzi pubblici. Una misura prevista dalla legge, che in caso di inidoneità alla guida dei pullman, accertata in via definitiva da un organismo medico collegiale di una struttura pubblica, come il Policlinico o il medico del lavoro delle Ferrovie dello Stato, dispone il ritiro della patente.

L’elenco comprende 173 nominativi di inidonei definitivi dal 2005 al 2017, circa cento in più rispetto ai 78 censiti al 30 settembre scorso, in quanto include anche gli inabili permanenti che sono stati già riqualificati dall’azienda negli anni scorsi in altre mansioni, con il relativo aggiornamento di parametro, ma che potrebbero aver conservato la patente di guida per i bus. Sono stati invece esclusi dal conteggio i 23 inidonei definitivi accertati dalle visite mediche aziendali che si sono svolte nelle ultime due settimane. I nominativi, infatti, saranno segnalati solo dopo l’ulteriore passaggio della visita medica presso la struttura pubblica.

La revisione della patente, in caso sussistano dei dubbi sui requisiti, è prevista dall’articolo 128 del Codice della Strada, e anche la Motorizzazione di Napoli, come qualsiasi ufficio in Italia, avvia i controlli di rito e attiva il procedimento su segnalazione degli organi di polizia o sanitari in merito ad anomalie sul comportamento alla guida.

La lettera di Anm alla Motorizzazione civile arriva all’indomani della chiusura della prima fase di screening sugli inidonei temporanei alla guida, terminata lunedì. Dalla fine di ottobre, infatti, l’azienda ha mandato a visita medica ben 52 dipendenti su 63. Di questi, 25 sono stati giudicati guariti e sono tornati a lavoro. Altri 23 dipendenti, invece, sono diventati inidonei definitivi. Un inidoneo temporaneo è stato confermato e prorogato in via provvisoria. Mentre in un caso il giudizio è stato sospeso, in attesa di ulteriori approfondimenti clinici. Due inidonei diventati definitivi, infine, andranno in pensione entro fine anno.

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