Emergono altri dettagli sulla terribile vicenda del bambino ucciso a Torre del Greco. Dettagli forniti da Daniele Bosso, 18enne del posto, studente al quinto anno dell’Istituto Nautico. È stato lui il primo a lanciarsi in mare con l’amico Pasquale nella speranza di poter salvare il piccolo Francesco.
Bambino ucciso a Torre del Greco, il racconto della tragedia
Daniele si trovava in spiaggia con gli amici per una birra quando, la sera del 2 gennaio, si è consumata la tragedia. Una tragedia di cui ha parlato sulle colonne del quotidiano Il Mattino oggi in edicola: “Erano le 22, eravamo nei giardini a chiacchierare quando d’improvviso abbiamo visto davanti a noi un uomo disperato correre verso la spiaggia. Era Elio, il padre del bambino. Ci siamo guardati e abbiamo capito che qualcosa non andava. Ci siamo precipitati sulla spiaggetta, abbiamo visto l’uomo spogliarsi e tuffarsi in acqua”.
Abbiamo alzato lo sguardo e su quello scoglio abbiamo visto una donna seduta, tranquilla. Era Adalgisa, completamente vestita e bagnata dalla testa ai piedi. Ci siamo spogliati velocemente e ci siamo tuffati dal lato più agevole, che Pasquale conosce bene perché fa pesca subacquea. Abbiamo cominciato a nuotare verso il padre del bimbo. Aveva recuperato il corpicino di Francesco e ci diceva respira, respira ancora!. Così io sono corso verso di lui e ho preso il bambino in braccio”.
La reazione della madre
“Nulla. Una tranquillità che ci ha sconvolto. Abbiamo portato a riva il bambino, l’ha preso in braccio il nostro amico Francesco che ha provato a fargli un massaggio cardiaco. Piccolo – gli diceva – ti chiami come me. Respira, respira. Elio nemmeno aveva la forza di rivestirsi. Intanto, siamo andati a recuperare Adalgisa. Era vestita, aveva un lungo cappotto inzuppato e un cappello. Si lamentava di avere freddo, voleva tornare indietro a recuperare il berretto del figlio. Non piangeva.
Ci ha detto che un extracomunitario le aveva rubato il cellulare. Ha farfugliato qualcosa sugli assorbenti, non si capiva molto bene. Parlava tra i denti. Abbiamo cercato di rassicurarla dicendole che sarebbe andato tutto bene, ma lei sembrava che stesse altrove. Arrivati sulla spiaggia abbiamo visto che lo zio medico aveva preso in braccio il bambino, gli stava praticando un massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Ma… (Daniele piange)”.