Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di Barano d’Ischia? L’organizzazione criminale più potente del mondo è la camorra. A dichiararlo è la Dia, il Reparto di Investigazione di massimo livello, la cui relazione 2023 aggiornata è stata di recente pubblicata dal Ministero dell’Interno. Le indagini svolte su oltre 200 famiglie di camorra hanno permesso di identificare migliaia di affiliati operanti in Campania, in altre regioni italiane e nazioni. Inoltre, la camorra, presente in diversi continenti, fattura annualmente centinaia di migliaia di milioni di euro. Il resoconto che segue riguarda il più potente clan della zona di Barano d’Ischia, il clan Contini.
Camorra: il clan più potente della zona di Barano d’Ischia, il clan Contini, la storia
Il clan Contini ebbe la sua Genesi negli anni ‘80. Fu fondato da Edoardo Contini, detto ‘o romano, da suoi parenti e fedeli affiliati. Edoardo Contini, abbandonò la vita da imprenditore per intraprendere la “carriera criminale” come rapinatore. Edoardo Contini, si schierò con la Fratellanza napoletana, o Onorata fratellanza, alleanza nata per contrastare la Nuova camorra organizzata, o Nco, di Raffaele Cutolo, detto ‘o professore vesuviano. Edoardo Contini, creò la sua organizzazione criminale basata sulla sua grande abilità imprenditoriale e sulla scelta dell’uso delle armi solo in casi estremi. La caratteristica che rese il clan Contini quasi invulnerabile, rispetto agli altri clan partenopei, fu l’assenza di scissioni interne e di collaboratori di giustizia.
Edoardo Contini, sposò Maria Aieta, sorella di Rita Aieta e Anna Aieta, rispettivamente mogli del boss Patrizio Bosti, del Rione Amicizia e Francesco Mallardo, di Giugliano. Edoardo Contini, a metà degli anni ’80, era già tra i criminali più influenti di Napoli e dopo un incontro con i narcos colombiani, al quale presero parte anche esponenti di Cosa nostra siciliana, si aggiudicò il mercato dell’Europa dell’Est per la cocaina sudamericana. Edoardo Contini, in quel periodo, insieme a Francesco Mallardo e a Gennaro Licciardi, fu anche tra i fondatori dell’Alleanza di Secondigliano, una delle più potenti federazioni criminali.
Il clan Contini: le regole, i territori, accordi e alleanze
Il clan Contini controllava la zona più complessa di Napoli, ossia, l’Arenaccia. Difatti, dal Corallo a Secondigliano, dalla Doganella alla Ferrovia, dai Ponti Rossi a San Giovanniello sino ad arrivare al centro storico, piazza Cavour e quindi al cuore del quartiere, Piazza Carlo III, la zona si mostrava particolarmente insidiosa sia per la densità di popolazione che per i limiti di competenza con le altre famiglie. Le zone di confine del clan Contini furono scenario di ripetute guerre gerarchiche e territoriali. Il boss Edoardo Contini, si circondava sempre di elementi fidati, evitando di assoldare nei suoi gruppi di fuoco persone che non fossero cresciute con lui.
In quartieri adiacenti al Corallo e al rione Amicizia, zone ad alta densità abitative, gli insediamenti del clan Contini non erano né violenti né mal visti ma anzi, erano fortemente presenti nella cultura delle persone che vi abitavano e che popolavano l’Arenaccia. Edoardo Contini non approvò mai lo spaccio di determinate droghe nel suo quartiere, concedendo solo a qualche fidato affiliato l’avvio di piccole piazze di spaccio rivolte a ristretti giri di amici. Il boss Edoardo Contini, non permise che kobret, eroina e crack entrassero nel suo quartiere, ben conscio del fatto che gli abitanti non avrebbero visto di buon occhio l’insediarsi di piazze di spaccio stabili, nonostante il potenziale guadagno. Edoardo Contini voleva evitare, sentinelle, tossicodipendenti e continui controlli di Polizia e Carabinieri.
Edoardo Contini non preferiva l’uso della forza o delle armi, preferiva piuttosto accomodare i disguidi con la diplomazia e pretendeva dai suoi uomini una fortissima disciplina. La linea di comando del clan Contini era molto salda, dal capofamiglia si passava ai caporegime che comandavano vaste aree, poi i capodecina che comandavano vari sottogruppi, sino ad arrivare ai soldati responsabili di singole aree ristrette. A differenza di altri clan, i Contini controllavano in maniera molto pressante il loro quartiere e la figura de ‘o romano, oltre ad essere temuta, era fortemente sostenuta, data la sua politica di contrasto ai disordini, alle violenze e alle angherie. Il boss Edoardo Contini, però, quando necessario, sapeva essere sanguinario e spietato come molti altri personaggi di spicco del mondo criminale al quale era legato.
Edoardo Contini incontrò il capoclan del Rione Sanità, Giuseppe Misso, in due occasioni. Tali incontri, avvennero in segreto con l’obiettivo di stringere un accordo di non belligeranza, tra il clan Contini e il clan Misso ma anche tra il clan Misso e i loro storici nemici, ossia i Licciardi, per i quali garantirono i Contini, mentre i Misso garantirono per il clan Mazzarella, storici nemici del clan Contini, con i quali erano in guerra da tempo per il controllo della zona adiacente alla stazione centrale. Tale accordo di pace fu siglato dopo l’omicidio Prota, avvenuto nel 2001. L’accordo avrebbe dovuto far cessare le sanguinose faide iniziate nel 1996.
Stando però a quanto riferì il collaboratore di giustizia, Giuseppe Misso Junior, suo zio Peppe Misso, detto ‘o nason, non rispettò mai l’accordo, tale era la sete di vendetta nei confronti di Vincenzo Licciardi, reo di aver assassinato la moglie di ‘o nason, Assunta Sarno. Del resto, lo stesso boss Giuseppe Misso, confessò durante un processo che pur di arrivare a Vincenzo Licciardi, avrebbe mandato a monte l’alleanza con i clan che controllavano l’immediata periferia di Napoli.
Edoardo Contini: la latitanza
Edoardo Contini, dopo una lunga latitanza, fu catturato sabato 31 dicembre 1994, in una villa a Cortina d’Ampezzo. Ricercato per inosservanza degli obblighi della sorveglianza speciale, gli Operatori dell’Arma dei Carabinieri, braccarono il boss mentre si stava preparando per il veglione di capodanno. Edoardo Contini, trascorsi 6 anni, fu di nuovo libero per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Non passò molto tempo ed Edoardo Contini finì nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi d’Italia. Sabato 15 dicembre 2007, il boss ‘o romano, fu rintracciato dagli Operatori della Squadra Mobile di Napoli, in un appartamento di Casavatore, ospite di una vedova e dei suoi 5 figli.
Edoardo Contini, al momento dell’irruzione degli Operatori delle Interforze dello Stato, alzando le mani si complimentò dicendo “siete stati bravi”. Edoardo Contini, per comunicare non utilizzava mai il telefono ma soltanto i “pizzini”. Per evitare sospetti non faceva lavare nemmeno la biancheria, preferiva comprarla e poi buttarla. Alla fine fu tradito da una intercettazione ambientale, nella quale si informava sul menù del giorno. Inoltre, Edoardo Contini era ricercato per il duplice omicidio dei fratelli Giglio, ammazzati nel 1984 nel contesto della faida con il clan Giuliano, omicidio per il quale fu arrestato e condannato a 26 anni di carcere in appello nel 2009.
Il clan Contini: l’evoluzione e il cambio generazionale
Dopo l’arresto del boss Edoardo Contini, detto ‘o romano, il comando del clan Contini passò nelle mani del nipote, Ciro Contini, detto ‘o nirone. Da subito le cose non andarono bene. Qualche azione sconsiderata, costrinse Ciro Contini alla latitanza e infine all’arresto. Come giovane boss riuscì a sfuggire alle manette grazie ad un’alleanza tra i clan di camorra che si estendeva dal centro di Napoli sino a Napoli est. Anche se protetto da una rete così fitta di fiancheggiatori, ‘o nirone, alla fine fu catturato dagli Operatori dell’Arma dei Carabinieri nel maggio del 2016 a Pescopagano.
Relazione Dia
Dai risultati delle indagini svolte sul campo e riportate nella relazione Dia 2023 aggiornata e pubblicata dal Ministero dell’Interno, si evince che il clan Contini è egemone su vastissimi territori. In molti quartieri della città di Napoli come San Carlo all’Arena ed altri, in comuni della provincia come Barano d’Ischia, con avamposti in altre regioni italiane, nazioni e regioni intercontinentali. La Guardia di Finanza, su disposizione della Dda, ha confiscato al clan Contini un tesoro di 320 milioni di euro. Tra i beni confiscati ci sono distributori di benzina tra Campania e Molise, bar tra Napoli e Avellino, tabaccherie, aziende per la torrefazione di caffè, gioiellerie e 30 immobili tra cui una villa a Barano d’Ischia. Secondo la Dda è solo la punta dell’iceberg.
L’area centrale della città di Napoli è sottoposta alla supremazia dell’Alleanza di Secondigliano. In particolare risultano sotto il controllo del clan Contini i quartieri Vasto, Arenaccia, Ferrovia, Rione Amicizia, borgo Sant’Antonio Abate e zone limitrofe sino ai quartieri popolari ricadenti nella giurisdizione di Poggioreale quali il Rione S. Alfonso, la via Stadera e la zona di Secondigliano. Numerose operazioni delle Interforze dello Stato messe in atto nei confronti del clan Contini, hanno permesso di avere un quadro più ampio della struttura. L’organizzazione criminale in oggetto, è policentrica, composta da sottostrutture:
● gruppo del “Vasto-Arenaccia”
● gruppo del “Borgo S. Antonio Abate”
● gruppo del “Rione Amicizia”
● gruppo di “San Giovanniello”
● gruppo della “Stadera-Poggioreale”
● gruppi dei “comuni della provincia come Barano d’Ischia”
● gruppi “operanti in altre regioni”
● gruppi “operanti in altre nazioni”
● gruppi “operanti in altri continenti”
Tali sottogruppi hanno specifiche competenze territoriali riferite a uno o più reggenti sulla base di direttive provenienti dai vertici “centrali”. A capo dell’organizzazione restano gli storici boss Bosti-Contini, legati tra loro anche da rapporti di parentela per aver sposato due sorelle, mentre la terza è coniuge del capoclan Mallardo. I citati boss sono ritenuti capi indiscussi del cartello, nonostante siano da tempo detenuti a regime penitenziario differenziato.
Un altro significativo provvedimento restrittivo è stato eseguito dalla Polizia di Stato il 18 gennaio 2022, a carico di una esponente apicale del cartello e di suo marito ritenuti responsabili dei reati di falso e corruzione in concorso con soggetti incaricati di pubblico servizio, con l’aggravante del metodo camorristico e della finalità di agevolare il clan di appartenenza. Dall’indagine sono emerse due distinte vicende attinenti, la prima a “falsi tamponi” Covid-19 e la seconda a “falsi vaccini”, pagati dagli arrestati ai fini del rilascio del green-pass necessario per un viaggio a Dubai. Gli arrestati infatti intendevano raggiungere la capitale degli Emirati Arabi per poter esportare “i propri affari economico-criminali”, progettando di ampliare i contesti economico-finanziari d’interesse, anche mediante l’utilizzo della criptovaluta.
L’indagata che è ritenuta insieme al marito, “longa manus del capoclan”, avrebbe intessuto a Dubai una fitta rete di relazioni propedeutiche ad attività di riciclaggio, reimpiego e autoriciclaggio dei proventi delle attività criminali del clan Contini. Ciò a dimostrazione di come la sopravvivenza e la forza economica del clan, siano fondate oltre che sul controllo “militare” del territorio anche sulla capacità di diversificare i settori di interesse, con attività criminali che vanno da estorsioni e truffe ai danni degli anziani, al riciclaggio dei profitti illeciti in attività commerciali ed imprenditoriali anche fuori regione in particolare in Valle d’Aosta ed Emilia Romagna.
Il clan Contini oggi
Il clan Contini, nonostante i duri colpi subiti dalle Interforze dello Stato, il decesso e l’arresto di elementi apicali, non si è disarticolato. Nuovi ras e affiliati hanno permesso un riassetto e un potenziamento, sia da un punto di vista “imprenditoriale” che “militare”. Il clan Contini è considerato il più solido clan di camorra, con il più alto numero di affiliati. L’organico dell’organizzazione criminale Contini, capace e diversificato, è attivo, infiltrato nelle amministrazioni pubbliche, nei grandi appalti pubblici, in settori dell’imprenditoria e della politica.
Usura, estorsioni, traffico di droga, gioco d’azzardo, contraffazione e investimenti in immobili, società e attività imprenditoriali, rimangono le maggiori attività di guadagno e riciclaggio del clan, per centinaia di milioni di euro. Particolare è l’attenzione del clan Contini nell’investire in immobili, in alberghi, o nell’imporre estorsioni alle attività di ristorazione, nelle zone turistiche come Barano d’Ischia. Il clan Contini, permane egemone ed operante sul territorio della città di Napoli, a Barano d’Ischia, in molti altri comuni della provincia di Napoli, in altre regioni italiane e in altre nazioni e continenti. Con tali caratteristiche di rigenerazione ed evoluzione, il clan di camorra più potente della zona di Barano d’Ischia, è il clan Contini.