Inchiesta Napoli, Napoli

Camorra: il clan Cimmino | La storia, le origini, i protagonisti

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Luigi Cimmino, da braccio destro di un boss, a capo incontrastato del racket delle estorsioni sugli ospedali napoletani. Il clan Cimmino è un gruppo mafioso di stampo camorristico che opera nelle zone del Vomero e dell’Arenella, quartieri centrali della città di Napoli.

Clan di camorra Cimmino: la storia

Luigi Cimmino negli anni ‘90 è un giovane criminale, braccio destro di Giovanni Alfano, detto ‘o Russo, capo del clan di camorra della zona del Vomero. Dopo un breve periodo, Luigi sceglie di scindere dal gruppo Alfano e decide di creare un proprio clan, i Cimmino, appunto.

Con la nascita della nuova cosca, Luigi Cimmino inizia a reclutare giovani affiliati per la sua  organizzazione, con i quali tenta di impossessarsi del controllo del racket delle estorsioni tra il Vomero e l’Arenella.

Ne nasce una guerra con gli Alfano, che porta a diverse decine di morti da ambo le parti e all’uccisione di vittime innocenti.

Luigi Cimmino
Il boss Luigi Cimmino arrestato durante un’operazione contro la camorra viene portato fuori dalla caserma dei carabinieri nel quartiere Vomero a Napoli, 20 luglio 2015.
ANSA / CIRO FUSCO

Vittime Innocenti

Silvia Ruotolo,  (Napoli, 18 gennaio 1958 – Napoli, 11 giugno 1997).

È stata assassinata all’età di 39 anni, mercoledì 11 giugno 1997 a Napoli, mentre sta tornando nella sua casa di salita Arenella, nel quartiere Arenella, dopo essere andata a prendere a scuola il figlio Francesco, di 5 anni. A guardarla dal balcone c’è Alessandra, la figlia di 10 anni.

Silvia Ruotolo
Silvia Ruotolo

Un commando di camorra, che inizia a fare fuoco all’impazzata, ha come obiettivo Salvatore Raimondi, affiliato al clan Cimmino, avversario del clan Alfano.

Vengono sparati quaranta proiettili, che oltre a uccidere Salvatore Raimondi e ferire Luigi Filippini, raggiungono Silvia Ruotolo alla tempia, uccidendola sul colpo, in pieno giorno, davanti ai figli.

La collaborazione con la Polizia di uno dei killer, Rosario Privato, risulta, poi, decisiva per l’individuazione del gruppo di fuoco.

Inoltre, durante questo periodo di faida, il clima di terrore nei quartieri residenziali di Napoli è insostenibile per i cittadini che vi abitano.

Rosario Privato è stato arrestato giovedì 24 luglio dello stesso anno mentre era in vacanza al mare in Calabria.

L’assassinio di Silvia Ruotolo ha avuto grande risalto mediatico e ha contribuito alla crescita della consapevolezza sulla gravità del fenomeno camorristico.

(Silvia Ruotolo era cugina di Sandro Ruotolo, giornalista della Rai e fratello gemello di Guido Ruotolo, giornalista de La Stampa).

Sandro Ruotolo

Nel corso degli anni, Sandro Ruotolo, giornalista professionista e di spessore, si è speso molto ed ha dedicato molte delle sue inchieste sulla camorra e i suoi traffici, apportando un contributo enorme alla conoscenza delle mafie e dei loro modi occulti di operare.

Sandro Ruotolo
Sandro Ruotolo

La latitanza e l’arresto dei Cimmino

Ricercato per associazione camorristica ed estorsione, Luigi Cimmino viene arrestato nel 2001, in un appartamento a Marano, dove è protetto dai suoi alleati, il clan Polverino.

Dopo l’arresto di Cimmino, inizia ad emergere un altro nome al comando delle attività illegali nella zona, quello di Antonio Caiazzo, un altro ex fedelissimo del boss Giovanni Alfano. Da quel momento in poi l’organizzazione inizia anche ad essere conosciuta come clan Cimmino-Caiazzo, e suddiviso in due fazioni, una facente capo a Luigi Cimmino e l’altra ad Antonio Caiazzo.

Oltre alla storica alleanza con il clan Polverino, il clan Cimmino è anche molto legato all’Alleanza di Secondigliano, in particolare al clan Licciardi.

Alleanze

Inoltre il clan ha stretti rapporti con il clan Lo Russo, confermati con i vari incontri tra alcuni personaggi di spicco delle due organizzazioni, come Giovanni Caruson e Andrea Basile, egemoni dei due clan.

Nell’ottobre 2021, sono stati effettuati 40 arresti di persone ritenute vicine al clan Cimmino, nell’ambito dell’indagine sugli appalti ospedalieri finiti nelle mani dei clan della Camorra. L’organizzazione creata da Luigi Cimmino è stata accusata di aver compiuto diverse estorsioni all’Ospedale Antonio Cardarelli, il maggior ospedale dell’intero Sud Italia, Monaldi, Cotugno, Cto e Policlinico, tra queste, c’è anche una tangente da 400 mila euro per un appalto da 47 milioni di euro.

I Cimmino sono anche accusati di essere coinvolti in altri settori legati all’ospedale, come ad esempio: “Trasporto ammalati, onoranze funebri, imprese di costruzione e di pulizie.” Tra gli arrestati in questa operazione ci sono il rampollo di Luigi Cimmino, Franco Diego Cimmino e Andrea Basile, attuale reggente del clan. Franco Diego Cimmino, è finito in carcere nell’ottobre del 2021 nell’ambito del maxi blitz nei confronti di 40 persone, alcune ritenute appartenenti all’Alleanza di Secondigliano e altri, anche pubblici ufficiali e imprenditori.

Gli affari del clan

Luigi Cimmino, ex boss di camorra, dopo l’arresto è divenuto collaboratore di giustizia. Nell’interrogatorio tenuto con Celeste Carrano ed Henry John Woodcock, pm che si occupano delle indagini sui clan che operano nella zona Vomero e Arenella, ha iniziato a parlare e rivelare tutti i meccanismi degli affari che i gruppi Cimmino-Caiazzo hanno messo in atto nelle zone sotto il loro controllo; e non solo.

Luigi Cimmino
Luigi Cimmino

Cimmino ha riferito nuovi dettagli su come l’organizzazione che ha controllato, ha incassato milioni di euro attraverso il racket delle estorsioni e il controllo del mercato del lavoro.

Il clan ha chiesto il pizzo ai cantieri edili, che hanno ristrutturato le facciate delle chiese compresi quelli dei quartieri, un affare questo, che ha fruttato tantissimo.

Poi, ha parlato dei lavori di ristrutturazione dello stadio Collana, che si trova peraltro, proprio alle spalle della caserma dei Carabinieri di piazza Quattro Giornate al Vomero.

Luigi Cimmino, riferisce di non sapere, però, come siano andate le cose successivamente, in quanto, poco dopo, è stato arrestato.

L’ex boss Cimmino ha descritto dettagliatamente, quello che secondo lui è stato il vero affare del clan, che quasi con fierezza sottolinea, ovvero, il controllo totale dei principali ospedali di Napoli.

Cimmino proferisce ai pm:

(…) Tutte, ma dico tutte le ditte, che lavorano presso gli ospedali, pagano l’estorsione (…).

Il collaboratore di giustizia, in questo verbale, depositato agli atti dell’udienza preliminare alla Giudice Anna Imparato, si sofferma sulle modalità di imposizione delle tangenti.

Cimmino prosegue:

(…) Alle ditte non vengono chiesti solo soldi, quando una ditta si aggiudica un appalto, o subentra al posto di un’altra, viene effettuata la richiesta estorsiva. Il nostro clan, oltre a pretendere il pagamento di somme di denaro, in genere ripartite in tre tranche, tre volte l’anno, pretende anche un certo numero di posti di lavoro. Una parte può essere riservata ai nostri parenti o amici, gli altri vengono venduti (…).

Si legge nel verbale:

(…) È il clan che vende il posto di lavoro, nel senso. che una volta chiusa l’estorsione e avuti a disposizione i posti, l’intermediario dell’organizzazione lo comunica agli altri vertici del clan e si decide quanti posti vendere. Un posto di lavoro costa tra i 20 mila e i 25 mila euro. Il ricavato finisce nelle casse del gruppo, mentre all’intermediario va una percentuale, solitamente, il 5 per cento della somma a titolo di regalo.

Ma ci sono anche casi nei quali il lavoratore assunto decide di lasciare il posto e di venderlo.

A quel punto, il clan liquida la somma richiesta dal lavoratore per poi rivendere il posto a un prezzo maggiorato (…).

Relazione Dia e direttive Dda

Dopo l’arresto di Luigi Cimmino e del figlio Franco Diego Cimmino e dopo che questi sono passati dalla parte della Giustizia, il clan è stato considerato “decapitato.”

Ma è pur vero che dato i giri d’affari illeciti che sono riusciti a realizzare, i contesti dove questi sono stati applicati e i metodi utilizzati; dati i fruttuosi guadagni, i sottogruppi e gli alleati che operano con i Cimmino dai primordi, ne hanno ereditato le caratteristiche e sostituendosi agli stessi proseguono di conseguenza l’operato. Essendo i Cimmino, oggi collaboratori di giustizia, avendo svelato e descritto una grande parte dei sistemi con i quali hanno fatto tali  affari illeciti, per gli Investigatori è più semplice individuare i gruppi che stanno proseguendo, attraverso gli stessi meccanismi di questi business.

Ma è sempre tutto in divenire e come vengono individuate le modalità di illecite operazioni, le stesse vengono modificate dai clan e bisogna quindi da parte delle Forze dello Stato restare vigili e non perdere mai il ritmo, applicando anche nuove tecniche e nuove tecnologie di investigazione e prevenzione di infiltrazione, con controlli sempre più serrati e operazioni sempre più frequenti.

Processi

Concesse le attenuanti al boss pentito Luigi Cimmino.

Trentatrè condanne, una sola assoluzione, quella di Renato Esposito, in un processo in cui gli è stato riconosciuto il concorso esterno di imprenditori noti anche nel settore del by night, per la loro gestione di discoteche in Cilento.

Franco Diego Cimmino
Franco Diego Cimmino

Il verdetto del gup Imperato, al termine del processo di primo grado per il cosiddetto racket sugli ospedali.

Al termine delle indagini sulle presunte estorsioni per i lavori negli ospedali del napoletano, condotte dai pm Carrano, Serio e Woodcock, sotto il coordinamento della procuratrice Rosa Volpe, sono state emesse le pene:

  • Salvatore Larena: 10 anni e 10 mesi
  • Andrea Basile: 18 anni e 4 mesi
  • Ciro Brandi: 3 anni e 6 mesi
  • Giovanni Caruson: 14 anni
  • Diego Cimmino: 9 anni e 4 mesi
  • Luigi Cimmino: 9 anni e 4 mesi
  • Giovanni Cirella: 6 anni e 8 mesi
  • Sergio D’Andrea: 9 anni e 6 mesi
  • Antonio De Luca: 6 anni
  • Alessandro Esposito: 12 anni
  • Anna Esposito: 8 anni e 8 mesi
  • Luigi Ferraiuolo: 6 anni
  • Eduardo Fiore: 9 anni e 2 mesi
  • Cosimo Fioretto: 5 anni e 6 mesi
  • Salvatore Fioretto: 5 anni e 6 mesi
  • Salvatore Frizziero: 4 anni
  • Domenico Gargiulo: 9 anni e 10 mesi
  • Benito Grimaldi: 8 anni e 2 mesi
  • Francesco Luongo: 6 anni
  • Gaetano Martino: 11 anni e 10 mesi
  • Giovanni Napoli: 8 anni
  • Salvatore Pellecchia: 11 anni e 6 mesi
  • Domenico Pellino: 5 anni e 4 mesi
  • Antonio Pesce: 5 anni e 4 mesi
  • Vincenzo Pone: 5 anni e 4 mesi
  • Fabio Rigione: 5 anni e 4 mesi
  • Mariangela Russo: 6 anni e 10 mesi
  • Raffaele Sacco: 11 anni e 8 mesi
  • Raffaele Sacco: 11 anni e 8 mesi
  • Mario Simioli: 9 anni e 8 mesi
  • Rosario Somma: 9 anni e 4 mesi
  • Luigi Visone: 6 anni
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