La notizia si è sparsa rapidamente a via Santa Teresella degli Spagnoli e a Sant’Anna di Palazzo. Nel giro di poche ore, la gente già ne parlava e si confrontava. Fiori e messaggi ai Quartieri Spagnoli sul luogo dove è stata colpita la turista padovana. Il quartiere chiede scusa.
Fiori e veglia spontanea per la morte di Chiara Jaconis
La grata di fronte al basso di Ciro si è trasformata in un luogo di lutto. Domenica pomeriggio, Chiara Jaconis è caduta sanguinante davanti a quel balconcino, ben curato e pieno di piante, e da ieri mattina le persone dei Quartieri Spagnoli continuano a portare fiori e lumini. Su quel balconcino, i residenti hanno lasciato il loro messaggio più straziante: “Scusaci Chiara“, come se volessero riconoscere che siamo tutti responsabili di questo evento. Sono comparsi anche manifesti funebri a nome degli abitanti dei Quartieri.
La processione organizzata per Chiara
La notizia si è sparsa rapidamente a via Santa Teresella degli Spagnoli e a Sant’Anna di Palazzo. Nel giro di poche ore, la gente già ne parlava e si confrontava. Poi sono arrivate le informazioni via social, seguite dalle conferme da parte dei mezzi di informazione ufficiali. Così, in silenzio, il piccolo universo dei Quartieri ha cominciato a concentrarsi in quell’angolo maledetto, proprio sotto al balcone dal quale è precipitata la statua che ha causato la morte di Chiara Jaconis.
Un silenzio surreale ha avvolto la zona per tutto il giorno, un silenzio del tutto inusuale in un luogo in cui normalmente non regna. Chi lo conosce bene sa che qui ci sono sempre chiacchiere, rombi di scooter e scambi di parole tra i balconi, ma tutto si è affievolito senza che nessuno lo richiedesse. Perché questa tragedia tocca tutti, e tutti hanno avvertito un senso di partecipazione.
La veglia organizzata dal quartiere
Per tutta la giornata è stata una processione silenziosa, qualcuno ha portato un fiore, altri hanno deposto lumini, alcuni hanno affidato a bigliettini il proprio dolore. La scritta “Scusaci Chiara” è sistemata dentro un foglio di plastica, perché vento e pioggia non possano cancellarla. Qualcuno ha preso una t shirt e l’ha dedicata alla donna “Chiara figlia di Napoli”, che è il sentimento provato fin dalle prime ore quando si commentava il solo ferimento della turista e le persone spiegavano che “poteva capitare a chiunque, anche a uno dei nostri figli”.
Con il calare della sera la folla è cresciuta, in cima a via Sant’Anna di Palazzo qualcuno ha iniziato a pregare, è sgorgata una veglia spontanea, colma di dolore e piena di riflessioni, condivisa da ciascun abitante della zona. Una veglia senza tensione, ricca di disperazione capace di produrre, però, una riflessione: “D’ora in poi non permetteremo a nessuno di tenere qualcosa di pericoloso in bilico sulle nostre teste. Il sacrificio di Chiara non sarà inutile, servirà a evitare che accada di nuovo”.