Tragedia sul Lungomare a Napoli. Un trentenne di origine tunisina, immigrato, è stato brutalmente aggredito e ucciso con un coltello alla gola davanti agli occhi attoniti dei passanti. Dopo l’assalto, l’aggressore è riuscito a svanire nel nulla. Sul posto sono giunti i militari del Pronto intervento della Guardia di Finanza e il 118. Ma nonostante l’intervento tempestivo per l’uomo non c’è stato niente da fare.
Choc sul Lungomare a Napoli, sgozzato un clochard tra bagnanti e corridori
Violenza e sangue sul Lungomare. Un trentenne di origine tunisina, immigrato, è stato brutalmente aggredito e ucciso con un colpo di coltello alla gola davanti agli occhi di numerosi testimoni, sconvolti dalla scena choc. Dopo l’assalto, l’aggressore è riuscito a svanire nel nulla. Tuttavia, secondo fonti non ancora ufficializzate dalle autorità, il presunto responsabile potrebbe essere già stato identificato.
È un sabato mattina di fine estate come tanti altri, nel tratto che va da Mergellina a via Caracciolo fino a via Partenope si trova già molta gente. Ci sono i soliti corridori, madri con i passeggini dirette verso la Villa Comunale, bagnanti e un gran numero di turisti. Poco dopo le otto, questa calma viene spezzata dalle urla di chi assiste a una scena raccapricciante. In viale Dohrn, un uomo uccide a sangue freddo, infliggendo un colpo letale alla gola della persona che ha di fronte. Un fendente devastante. La vittima barcolla, crolla a terra e si contorce negli ultimi istanti di vita. Una morte atroce. Quel colpo alla carotide non gli dà scampo; muore dissanguato dopo pochi secondi di indicibile agonia.
L’intervento del 118
Un testimone lancia subito l’allerta, e tra i primi a raggiungere il luogo dell’accaduto ci sono i militari del Pronto intervento della Guardia di Finanza, in zona per un servizio di sorveglianza. Anche per loro è una visione scioccante: quando i “baschi verdi” arrivano, l’uomo è ancora in grado di respirare, ma non riuscirà a salvarsi, nonostante l’immediato intervento di un’ambulanza del 118. Alcuni giovani vengono condotti in Questura per essere interrogati.
Poco tempo dopo giungono anche le pattuglie della Questura. I testimoni che hanno assistito a quanto accaduto sono visibilmente sconvolti: tutti saranno ascoltati dagli investigatori poche ore dopo, collaborando attivamente alle indagini. L’assalto mortale è avvenuto quasi sul ciglio di viale Dohrn, e il corpo senza vita del tunisino trentenne giaceva sotto un albero: “C‘era sangue ovunque, è stata una scena terrificante”, racconta un “runner” che si trovava in zona.
Sono in corso le indagini
Sul luogo della tragedia sono giunti anche gli agenti della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica per effettuare i rilievi del caso. È arrivata anche il pubblico ministero di turno, Federica Amodio. Poco dopo si è appurato che la vittima era un cittadino tunisino senza fissa dimora. Probabilmente uno dei senzatetto che si sistemano la sera nei pressi della Villa Comunale, costruendo giacigli con cartoni e vestiti usati raccolti per strada. Gli agenti della Mobile partenopea sono al lavoro. Questi ultimi avrebbero già delimitato l’ambito dell’indagine individuando – grazie a diverse testimonianze e al supporto della Scientifica, che ha analizzato i filmati dei numerosi sistemi di videosorveglianza presenti nella zona – il presunto aggressore.
Manca solo l’ufficialità della Questura: si tratterebbe di un altro nordafricano – quasi sicuramente tossicodipendente – che stazionava abitualmente nella zona dei giardinetti di viale Dohrn. Ma che cosa può scatenare una simile follia? Quando l’abbrutimento, le condizioni di vita ai margini, ma soprattutto le conseguenze di un abuso di alcol e di stupefacenti prendono il sopravvento, è facile che anche un litigio per futili motivi si trasformi in violenza e tragedia. Nulla di più facile che – a scatenare la furiosa reazione dell’accoltellatore – possa essere stata una discussione per una dose di “fumo” da spartirsi o il furto di qualche banconota di piccolo taglio avvenuta nell’accampamento di fortuna creato a due passi dal consolato statunitense.
Quest’ultimo omicidio avvenuto nel quartiere “buono” della città ricorda da vicino un caso analogo: quello dell’uccisione di Mohamed El Hanati che tutti chiamavano “Zico”, il clochard marocchino accoltellato un sabato sera nel gennaio del 2019 in una Mergellina affollatissima di napoletani e turisti. Anche in quel caso la polizia risalì all’assassino, un connazionale della vittima. E a Mergellina, per settimane, si intensificarono i controlli sui senza fissa dimora.