Oscar Pecorelli, noto come ‘o malommo, boss del clan Lo Russo, continuava a esercitare il controllo sulle sue attività illecite anche dal carcere, dove è detenuto dal 2010 e sta scontando quattro condanne all’ergastolo. Nonostante la reclusione, Pecorelli riusciva a gestire estorsioni, usura e operazioni fittizie attraverso un complesso sistema di comunicazione, che gli permetteva di mantenere il potere criminale dal carcere di Opera.
Clan Lo Russo, Oscar Pecorelli dava ordini dal carcere
Pecorelli sfruttava i colloqui autorizzati come principale canale per impartire ordini e disposizioni ai suoi affiliati. Tali incontri, sottoposti a video controllo e regolati secondo procedure apparentemente legittime, servivano al boss per mantenere la connessione con l’esterno. Non solo: le indagini condotte dalla Dda di Napoli hanno messo in luce l’utilizzo delle email, formalmente autorizzate, come mezzo di comunicazione. Un ruolo chiave sarebbe stato giocato da una società di ex detenuti che, sotto una copertura apparentemente regolare, si occupava della gestione della corrispondenza del boss.
Le indagini, coordinate dal pm Maria Sepe, hanno rivelato una rete di operazioni internazionali e investimenti di notevole portata. Uno dei filoni principali porta a Dubai, località che si conferma un centro privilegiato per attività al di fuori di ogni controllo. Pecorelli avrebbe inviato un avvocato a Dubai per acquistare un Rolex da 50mila euro, dimostrando il collegamento tra il clan e le dinamiche economiche globali.
Sul fronte immobiliare, le attività di Pecorelli includevano anche l’acquisto di appartamenti, come testimonia un investimento di 800mila euro in contanti per l’acquisizione di una casa. Questo dimostra l’entità delle risorse finanziarie gestite dal boss e il livello di organizzazione della rete criminale.
Legami con il narcotraffico
Un ulteriore aspetto dell’inchiesta riguarda i rapporti tra Pecorelli e il clan di Raffaele Imperiale, ex boss del narcotraffico internazionale, noto anche per il possesso di due celebri dipinti di Van Gogh rubati. Imperiale aveva eletto Dubai come base operativa per i suoi traffici, e le indagini suggeriscono che Pecorelli avesse stabilito contatti con questo gruppo per ampliare il proprio raggio d’azione.
L’inchiesta, condotta dal nucleo di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza, mira a ricostruire la rete di operazioni finanziarie e commerciali gestite dal boss, sia a livello locale sia internazionale. Questi sviluppi evidenziano come il clan Lo Russo abbia continuato a operare anche in un contesto di apparente controllo, utilizzando strumenti legali e connessioni internazionali per mascherare le proprie attività illecite.