Cronaca Napoli, Napoli

Crollo palazzina a Saviano, Antonio Zotto sta meglio: “Ora respira da solo”

crollo palazzina saviano
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Crollo palazzina a Saviano: migliorano le condizioni di Antonio Zotto. «Siamo sfiniti dal dolore e ora si è accesa una speranza». Queste parole illuminano i volti rigati dalle lacrime dei parenti di Antonio Zotto, il 40enne ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Cardarelli dopo l’esplosione della palazzina a Saviano che ha travolto tutta la sua famiglia ad eccezione del figlio più piccolo, Gennaro Rosalio, assistito al Santobono e in buone condizioni cliniche. Ieri, i familiari più stretti dell’uomo si sono precipitati nel presidio napoletano dopo aver ricevuto la buona notizia riguardo il bollettino clinico di Antonio che era stato estubato e aveva cominciato a respirare autonomamente.

Crollo palazzina a Saviano, Antonio Zotto sta meglio

Antonio Zotto è arrivato al pronto soccorso del Cardarelli in condizioni critiche e la rapidità delle prime cure nell’area dell’emergenza ha consentito il suo trasferimento quasi immediato nel reparto altamente specializzato della Tigu dove le equipe dirette dal primario Romolo Villani hanno cominciato i trattamenti per preservare tutte le funzionalità dell’uomo. «Il paziente è stato estubato e respira spontaneamente, una condizione che gli consente anche di alimentarsi, dunque di abilitare le funzioni intestinali e accelerare, più in generale, la sua ripresa» spiega il primario raccomandando però «la massima cautela perché le condizioni rimangono comunque delicate e la prognosi riservata».

L’aspetto che preoccupa maggiormente i sanitari non sono le gravi ustioni che interessano circa il 35% del corpo e prevalentemente gli arti superiori ma «il grande trauma toracico con difficoltà a livello dell’apparato respiratorio». Il risveglio di Antonio, alterna fasi di coscienza vigile a stati confusionali come avviene normalmente in queste circostanze e dai primi momenti della respirazione spontanea è stato affiancato da un equipe di psicologici che lo guideranno, in futuro nell’affrontare la notizia delle gravi perdite subite.

La notizia dei miglioramenti clinici di Antonio ha fatto tirare un piccolo respiro di sollievo al gruppetto di parenti che ieri ha avuto la possibilità di incontrarlo e parlarci. «Siamo stanchi e sfiniti da tutto questo dolore che ci ha devastati» ha detto Maria, sorella di Vincenza Spadafora moglie di Antonio, morta tragicamente nel crollo insieme a due dei suoi tre figli e alla madre.

«Questa notizia ci dà la forza per sperare ancora di più che due vite possano ricongiungersi e ricomporre la famiglia – hanno raccontato i familiari arrivati al Cardarelli – siamo qui per far sapere ad Antonio che non c’è nulla di cui debba preoccuparsi e che può contare su tutti i suoi parenti». «Abbiamo una sofferenza devastante ma prendiamo forza da Gennarino che ha una tempra forte e sta dimostrando la sua voglia di vivere» ha continuato Maria accompagnata dal marito e un’altra giovane sorella di Vincenza che in questi giorni ha assistito il piccolo di due anni ricoverato al Santobono.

La condizione di Antonio è migliorata ma necessita in ogni caso di un «monitoraggio costante e considerando la gravità dei traumi riportati bisogna essere pronti a ogni variazione del quadro clinico per intervenire tempestivamente» sottolinea Villani che dirige da più di sette anni la Tigu del Cardarelli, un dipartimento unico in Italia dove non esistono altre Terapie Intensive per Grandi Ustionati ad eccezione di un centro a Pisa. «Il modello napoletano dell’ospedale Cardarelli è un capofila nell’ambito dell’assistenza specialistica ai gravi ustionati che vengono assistiti con una media di cento ricoverati all’anno – continua il primario – un numero che concentra tanti pazienti da fuori regione e una media molto lunga della durata delle degenze».

Saviano