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Napoli, ombre sulle elezioni Regionali: “Cassette di birra in cambio dei voti”

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Napoli scatta un’inchiesta sulle elezioni regionali dove i voti sarebbero stati comprati in cambio di casse di birra. Un’inchiesta che riguarda i voti arrivati da Ponticelli, Cercola, rione Caravita e che è nata dalle intercettazioni. Tra queste, quelle di Immacolata C. una donna non indagata, ma intercettata grazie a una cimice nel telefono di Vittorio M. target delle indagini come riportato da Il Mattino.

Elezioni regionali, a Napoli voti in cambio di casse di birra

L’inchiesta condotta dalla Dda di Napoli è culminata in due arresti per estorsione in uno sfondo di corruzione elettorale. Tra gli indagati c’è anche un consigliere regionale di maggioranza. Ritorniamo al 18 settembre del 2020: la donna spiega “come funziona la consultazione elettorale in alcuni contesti metropolitani”. 

In particolar modo, le intercettazioni riguardano persone non indagate che riflettono sull’occasione di racimolare regali e favori, in cambio del proprio voto. La signora Immacolata C dice: “Senti,  recuperiamo almeno le birre… domenica ci sono le votazioni, domani vediamo di farci vedere un po’ giù, perché chi dà 30 euro, chi ci vuole fare un poco di spesa, vediamo quello che possiamo acchiappare, hai capito Vittorio”. Vittorio, nel mirino degli inquirenti, conferma la possibilità di lucrare sul voto.

La discussione va avanti a colpi di clip audio, di messaggi vocali, che finisce interamente nell’inchiesta condotta dal pm Giuseppe Visone, in forza al pool anticamorra di Rosa Volpe, che in questi giorni ha incassato delle conferme in sede di Riesame.

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