CASTELLAMMARE DI STABIA. Un nuovo polo destinato ai traghetti di piccole e medie dimensioni. È ciò che potrebbe diventare lo stabilimento Fincantieri. Un’ipotesi che, per il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale, Pietro Spirito, non esclude il ribaltamento a mare del cantiere e l’ammodernamento strutturale, ma che comunque non necessita del bacino di costruzione. “Il Governo – afferma il presidente – ha investito 400 milioni per il bacino di attracco a Gioia Tauro ed è inimmaginabile un finanziamento simile per un bacino di costruzione a Castellammare di Stabia, a poche miglia da lì”.
La linea tracciata da Spirito, in realtà, non convince i lavoratori del cantiere stabiese, all’interno del quale l’efficienza produttiva elevata va a scontrarsi con una struttura obsoleta. La necessità di trasformare lo stabilimento in un cantiere polivalente rappresenta un’assoluta priorità per i sindacati, che rivendicano la necessità di realizzare il bacino di costruzione per tutelare i livelli occupazionali e avviare un piano di sviluppo anche per il cantiere di Castellammare di Stabia, rimasto indietro nel quadro degli investimenti che Fincantieri ha messo in atto negli altri stabilimenti italiani, assumendo il ruolo di leader del settore in Europa con la prova di forza dell’acquisizione di Stx France.
Intanto Rosario Longobardi, rsu di Fabbrica per Fiom, denuncia: “Siamo costretti ad accontentarci della costruzione di tronconi di navi, anziché di navi intere che accrescerebbero il prestigio del cantiere e il senso di appartenenza della città”.
“Con la nave militare LHD – continua Longobardi – possiamo stare tranquilli fino al varo previsto per luglio 2019, ma successivamente l’unità militare anfibia sarà trasferita al cantiere di Genova per essere completata entro il 2022. In virtù dei fondi del Grande Progetto Pompei – aggiunge – siamo convinti che l’amministrazione comunale possa chiedere uno sforzo per attingere a quel finanziamento e realizzare il bacino di costruzione, indispensabile per il futuro del cantiere. Il Governo e la Regione, inoltre, facciano la loro parte per restituire al cantiere stabiese un livello elevato di competitività in ambito internazionale”.