NAPOLI. Il 29 novembre di sette anni fa, all’età di 95 anni, malato, fece una scelta drastica, togliendosi la vita: Mario Monicelli non ha sicuramente bisogno di presentazioni e non è nostra intenzione, in questa sede, ripercorrere la carriera di un genio del cinema italiano e non solo. La grande guerra, I soliti ignoti, Amici miei, Cari fottutissimi amici: questi alcuni dei titoli che lo hanno consacrato.
Mario Monicelli e Napoli
In qualche modo Mario Monicelli, nato e morto a Roma e vissuto – tra le altre – in Toscana, ha avuto rapporti con Napoli, precisamente – tra gli altri – ha lavorato con il grande Totò. Nel 1951, insieme a Steno, si occupa della regia e della sceneggiatura di Guardie e ladri. Il film, che vede nel cast anche Aldo Fabrizi, viene premiato al festival di Cannes per la migliore sceneggiatura.
Il sodalizio con Steno va avanti (ma anche no) con Totò e le donne (1952) e Le infedeli (1953, con Gina Lollobrigida). Pare tuttavia che i due già non collaborassero più e che avessero lavorato separatamente in questi due film. Ancora, ne I soliti ignoti (1958) dirige, tra gli altri, Totò.
A Napoli, nel 2015, è stata allestita una mostra fotografica in ricordo di Mario Monicelli.
Come se fosse antani
Mario Monicelli raccoglie l’eredità di Pietro Germi e nel 1975 dirige il lavoro avviato dal suo predecessore: Amici miei è un capolavoro del cinema italiano. Del Prete, Noiret, Tognazzi, Moschin, Celi, la supercazzola: non serve aggiungere altro. Nel 1982 Mario Monicelli dirige Amici miei – atto II (il nuovo Necchi è Renzo Montagnani). Il terzo atto della saga, del 1985, è firmato da Nanni Loy.
Che cos’è il genio?
Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione (da Amici miei)
Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione (da Amici miei – atto II)