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Napoli, medici contagiati in corsia: “Positivi al Covid e trattati male”

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Coronavirus, sono tantissime le testimoniante dei medici napoletano che hanno contratto il virus in corsia. A molti va bene e guariscono, altri non ce la fanno. Dopo Cosimo Russo, ortopedico già dirigente del Cardarelli, un nuovo lutto nella stessa famiglia: sua moglie Paola De Masi, anestesista, 60 anni, la metà nelle corsie dello stesso ospedale, stroncata anche lei da SarsCov-2.

Coronavirus, la rabbia dei medici contagiati

«Sono addolorato – avverte Giuseppe Galano, segretario regionale degli anestesisti della Campania e responsabile della centrale 118 – li conoscevo, professionisti esemplari, pronti a dare il massimo. Paola l’ho sentita la notte in cui ho consigliato il ricovero, era a casa, non respirava bene. Le ho detto che forse un ricovero sarebbe stato meglio. Un virus imprevedibile – conclude – non abbiamo ancora capito nulla del Covid».

La testimonianza di un ginecologo dell’Ospedale del Mare

Tra i medici contagiati c’è Lino Pietropaolo, ginecologo dell’Ospedale del Mare: «Ho sempre seguito tutte le precauzioni ma mi sono ammalato. Giravo con l’amuchina in tasca. Il virus è contagiosissimo. Sono diabetico e ho avuto paura. Questa malattia è un terno al lotto. A me ha preso bene con pochi sintomi, raucedine, febbricola, mal di gola. Ma una stanchezza difficile da descrivere e che mi porto ancora addosso. Faccio sindacato (delegato della Cisl nda) ero instancabile ma ora mi stanco subito. Questa malattia non è uno scherzo. Forse con un mini lockdown a ottobre sarebbe andata meglio. Servirebbe unità a tutti i livelli sociali e sindacali e invece assistiamo all’eterna polemica, al litigio, anziché alla partecipazione e noi in trincea a rischiare la vita».

Fonte: Il Mattino


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