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Napoli, pacco contenente telefoni completi di caricabatterie ‘lanciato’ nel carcere di Secondigliano: intercettato dalla Polizia Penitenziaria

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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Pacco contenente telefoni completi di caricabatteria ‘lanciato’ nel carcere di Secondigliano di Napoli: intercettato dalla Polizia Penitenziaria. I fatti sono avvenuti nella mattinata odierna, sabato 21 settembre. A denunciarlo è Tiziana Guacci, responsabile regionale campano del SAPPE.

Pacco con telefoni ‘lanciato’ nel carcere di Secondigliano: la denuncia

Paiono davvero essere “senza pace” le carceri della Campania. Nelle ultime ore, infatti, il personale di Polizia Penitenziaria di Secondigliano si è particolarmente distinto per una importante operazione di servizio che ha portato al rinvenimento di telefoni cellulari. Come sintetizzano Raffaele ‘Lello’ Munno e Donato Vaia, rispettivamente vice segretario regionale e dirigente del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “questa mattina, all’interno dell’intercinta dell’Istituto, vi è stato il ritrovamento di un pacchetto lanciato dall’esterno, contenente telefoni cellulari completi di caricabatterie, destinati all’uso illegittimo da parte della popolazione detenuta”. Tiziana Guacci, responsabile regionale campano del SAPPE, ha parole di plauso ed apprezzamento per il Reparto di Polizia Penitenziaria in servizio a Secondigliano, ma torna ad evidenziare che “il primo e più rappresentativo Sindacato della Categoria, il Sappe, torna a richiamare l’attenzione dei vertici regionali e nazionali dell’amministrazione penitenziaria affinché vengano date risposte concrete, alla risoluzione delle problematiche in atto nelle carceri della Campania, anche dotando le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, da sempre in prima linea sul fronte dell’ingresso e possesso di droga e telefonini in carcere, di adeguati strumenti tecnologici di controllo”.

“Non è più accettabile che all’interno delle carceri ci siano decine e decine di telefoni cellulari: questo, ormai, è un problema serio e drammatico”, aggiunge Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, il quale ricorda che introdurre o possedere illegalmente un telefono cellulare in carcere costituisce reato, punito da 1 a 4 anni di reclusione. “L’introduzione del reato nel nostro Codice penale, purtroppo, non ha sortito gli effetti sperati; l’unico deterrente possibile rimane la schermatura degli istituti per rendere inutilizzabili i telefoni. La situazione è ormai fuori controllo. È necessario un intervento urgente per dotare le carceri di sistemi di schermatura efficienti e per contrastare efficacemente l’introduzione di telefoni cellulari all’interno degli istituti penitenziari”. E, nel ricordare che “il SAPPE denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri della Campania”, evidenzia infine che “è sempre e solo grazie all’alta professionalità dei Baschi Azzurri della Polizia Penitenziaria che ancora una volta si è riusciti a garantire la sicurezza interna degli istituti: ma domandiamo ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria a che punto è proprio il progetto di schermatura degli istituti, proprio per neutralizzare l’utilizzo dei telefoni cellulari e scoraggiarne l’introduzione, garantendo così quella prevenzione che, in casi di questo tipo, può risultare più efficace della repressione”.

Secondigliano

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