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Napoli, ristoranti e panifici nelle mani del clan ‘Contini’: 5 arresti, sequestrata la Pizzeria Del Presidente

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Foto dei finanzieri
Foto dei finanzieri

Blitz all’alba di oggi, martedì 14 maggio, a Napoli: i finanzieri hanno sequestrato ristoranti e panifici nelle mani del clan camorristico Contini, 5 gli arresti eseguiti.

Napoli, sequestrati ristoranti e panifici nelle mani del clan Contini: 5 arresti

I finanzieri, su delega della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimagia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque persone accusate dei reati di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan camorristico “Contini”. Inoltre è stato eseguito anche il decreto di sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 3,5 milioni di euro.

Le indagini

Le indagini investigative hanno accertato che due società operanti nel settore della ristorazione e panificazione erano fittiziamente intestate a prestanome. Il vero beneficiario era un esponente di spicco del clan che le utilizzava per riciclare denaro sposto e per sostenere detenuti e le loro famiglie.

L’impresa di ristorazione, attiva nel centro storico di Napoli, era stata acquistata grazie al denaro e alla “protezione” del boss. Una parte dei proventi illeciti veniva destinata alla sua famiglia, anche dopo la sua condanna per traffico di droga. Inoltre è stata scoperta anche la fittizia intestazione di un’impresa individuale nel settore dei servizi turistici. Il precedente titolare era stato costretto a cederla al clan sotto minacce e violenze.

Inoltre, sono stati sequestrati sette immobili di pregio a Napoli. I profitti illeciti derivanti dalle attività criminose, ammontanti a circa 412.435 euro, sono stati reimpiegati nelle società e nell’acquisto degli immobili.

Sequestrata la Pizzeria Del Presidente

Una tra le società sequestrate è la nota pizzeria nel centro storico di Napoli “dal Presidente” situata in via dei Tribunali ritenuta riconducibile al clan Contini. Inquirenti e forze dell’ordine hanno indagato anche sul “grafo sociale” emerso sui social network. Dai commenti e condivisioni sono emersi alcuni elementi: la società era gestita, di fatto, dal cognato del detenuto, anch’egli gravato da numerosi precedenti penali. L’uomo si sarebbe poi smarcato dalla joint venture criminale avviando una nuova attività nel campo della panificazione e della vendita di prodotti da forno.

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