Si era salvato dopo il tentativo di suicidio, ma è morto dopo 5 mesi in ospedale. I familiari chiedono chiarezza. La vicenda, ora in un fascicolo della Procura di Napoli, riguarda Vincenzo Motti, un 61enne napoletano che si era lanciato dalla finestra al secondo piano della propria abitazione, nel centro antico di Napoli, il 3 marzo scorso.
Muore in ospedale dopo essersi salvato dal tentato suicidio
L’uomo, sposato e con tre figli aveva tentato il suicidio a causa dei troppi problemi economici che stava affrontando. La sorella della vittima, dopo il decesso in ospedale, ha presentato denuncia al commissariato di Polizia Arenella il 7 agosto 2020, giorno in cui è morto Vincenzo Motti.
Il 61enne era stato ricoverato inizialmente al Trauma Center del Cardarelli poi in Rianimazione «dove era stato sottoposto a vari interventi chirurgici ortopedici agli arti superiori e alla gamba sinistra ricostruita con l’impianto di una gabbia, poi amputata» spiegano i familiari.
«Il decorso della degenza è stato lungo e travagliato e lo portava ad essere trasferito nel reparto di Pneumologia fino al 29 luglio 2020 e dopo nel reparto di Lungodegenza dove un sanitario ci comunicava che, precedentemente, non si erano accorti che aveva una forma acuta di broncopolmonite» si legge nella denuncia. «Ci raccontavano che le condizioni erano stazionarie fino alla telefonata in cui ci hanno detto che era morto» continua Assunta che sottolinea come «la salma al momento della visita, alle 13.30 era rigida e sembrava di marmo nonostante ci avessero comunicato come le 12.15 orario del decesso, forse è deceduto molte ore prima».