Il personale dell’Asl Napoli ha posto sotto sequestro, durante un’attività di controllo in alcuni esercizi commerciali, ben 20 tonnellate di alimenti (carne, pesce e altri cibi non identificati) importati dalla Cina: “Può essere certamente definita tra le più importati operazioni che la nostra Asl abbia mai realizzato a garanzia della sicurezza alimentare”, lo dichiara il direttore generale Ciro Verdoliva.
Napoli, sequestro di alimenti non identificati e importati dalla Cina
“Può essere certamente definita tra le più importati operazioni che la nostra Asl abbia mai realizzato a garanzia della sicurezza alimentare”, lo dichiara il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva nel descrivere il lavoro portato a termine dal personale dell’Area eterinaria del Dipartimento di Prevenzione nella giornata di ieri, sabato 11 novembre.
Sono state ispezionate 5 rivendite e altrettanti depositi annessi portanto al sequestro preventivo 20 tonnellate di prodotti alimentari prevalentemente confezionati (essiccati, trasformati, congelati), tra i quali: carni e prodotti a base di carne, prodotti della pesca e dell’acquacoltura, prodotti a base di latte e persino matrici alimentari non identificate.
Il commento
“I nostri tecnici – prosegue Verdoliva – hanno dovuto fare un lavoro enorme, per ogni diversa tipologia di prodotto sono state riscontrate una o più irregolarità rispetto ai cogenti obblighi informativi verso i consumatori, o agli obblighi di rintracciabilità e di igiene”.
Riscontrate anche l’assenza di informazioni comprensibili (in quanto erano esclusivamente trascritti in lingua cinese), presenza di etichetteaggiunte alle confezioni con informazioni in lingua italiana, ma incomplete e discordati da quelle originali. Molti prodotti sono inoltre risultati privi di qualsiasi etichetta e documentazione, privi di idonea documentazione di rintracciabilità, alcuni affetti da carenze igieniche e in cattivo stato di conservazione.
“L’attività condotta ieri – conclude Verdoliva – nasce proprio dal sospetto di “circolazione e smercio di alimenti truccarti”, emerso nel corso di controlli ordinari portati a termine presso esercizi commerciali a vocazione etnica. Purtroppo, l’operazione di controllo di ieri conferma questi sospetti e ci spinge a credere che esista una diffusa pratica di “mascherare” gli alimenti di origine animale (di cui è vietata l’importazione dalla Cina) con l’applicazione di nuove etichette in lingua italiana, ma con false traduzioni delle informazioni originali in lingua cinese”. Prodotti di origine animale diventano così snack salati a base di grano o simili.