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Torre Annunziata, omicidio di “mamma coraggio”: cancellato l’ergastolo al boss

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Matilde Sorrentino

Il processo al presunto mandante dell’omicidio di Matilde Sorrentino, la “mamma coraggio” di Torre Annunziata, subirà un nuovo esame in appello. La Corte di Cassazione, presieduta dal giudice Aprile, ha annullato con rinvio la sentenza emessa un anno fa dalla Corte d’Assise d’Appello di Napoli, che aveva confermato la condanna all’ergastolo per Francesco Tamarisco.

Omicidio Matilde Sorrentino, cancellato l’ergastolo al boss

Tamarisco è ritenuto il mandante del delitto avvenuto il 26 marzo 2004, quando Alfredo Gallo, da lui assoldato, uccise a colpi di pistola Matilde Sorrentino per metterla a tacere. La donna, con le sue denunce, aveva smascherato un giro di pedofilia nella scuola del rione Poverelli, portando alla luce abusi sui bambini risalenti al 1996.

Francesco Tamarisco, noto narcotrafficante, si è sempre proclamato innocente. Difeso dagli avvocati Alessandro Pignataro e Valerio Spigarelli, Tamarisco ha contestato la ricostruzione degli inquirenti, arrivando persino a minacciare in aula il procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli durante il primo grado di giudizio. Ora, con il rinvio stabilito dalla Cassazione, i suoi legali avranno l’opportunità di riesaminare le prove, concentrandosi sull’attendibilità delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.

L’accusa

Secondo l’accusa, tuttavia, la vicenda è chiara. Tamarisco avrebbe commissionato l’omicidio per vendicarsi di Matilde Sorrentino, che con le sue denunce aveva contribuito a un’iniziale condanna per pedofilia, poi ribaltata in appello con l’assoluzione. Tamarisco avrebbe offerto a Gallo, l’esecutore materiale, un compenso di 50mila euro, un’automobile e un vitalizio mensile di 500 euro durante la detenzione per garantirne il silenzio.

Gallo, già condannato per il delitto, aveva un passato segnato da violenza: a 16 anni aveva ucciso l’imprenditore Andrea Marchese durante una rapina. Tornato libero, si era affiliato a Tamarisco, che gli avrebbe affidato il compito di eliminare Sorrentino.

Le reazioni

L’avvocato Elena Coccia, parte civile per conto dei figli di Matilde Sorrentino, ha espresso amarezza per la decisione della Cassazione.
Non vorrei che il sacrificio di Matilde venga dimenticato. Difenderò la sua memoria fino alla fine, ma spero di poter portare presto una rosa definitiva sulla sua tomba” ha dichiarato.

Coccia, che segue il caso dal 1996, si è detta sorpresa dalla decisione della Suprema Corte.: “Aspettiamo di leggere le motivazioni. Mi auguro si tratti di aspetti tecnici e non di ragioni che mettano in discussione la solidità della sentenza di secondo grado, che ritengo ben argomentata e provata” ha aggiunto.

Il nuovo processo d’appello sarà celebrato nel 2025, quando saranno riesaminate le prove e le testimonianze. La Procura di Torre Annunziata, che ha ricostruito il caso con indagini approfondite, conferma la solidità dell’impianto accusatorio. Tuttavia, la decisione della Cassazione rappresenta un ulteriore capitolo nella lunga ricerca di giustizia per Matilde Sorrentino, il cui sacrificio ha segnato profondamente la comunità di Torre Annunziata.

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