Il padre di Fortuna, la bambina di soli sei anni uccisa il 24 giugno del 2014 da un vicino di casa al Parco Verde di Caivano, si è opposto al trasferimento della salma della figlia al Nord. La piccola fu tragicamente scaraventata giù da un palazzo dopo aver subito l’ennesima violenza sessuale.
Bambina uccisa a Caivano, il padre si oppone al trasferimento della salma
Pietro Loffredo si oppone al trasferimento della salma della sua piccola Fortuna, uccisa a soli sei anni dopo aver subito l’ennesima violenza sessuale. La bimba, residente nel Parco Verde di Caivano, fu tragicamente gettata giù da un palazzo il 24 giugno 2014 dal vicino di casa che tentava nuovamente di abusare di lei. In una lettera indirizzata al commissario straordinario Fabio Ciciliano, il quale ha recentemente promesso alla madre, Mimma Guardato, di adoperarsi affinché il corpo della bimba (che oggi avrebbe compiuto 17 anni) venga trasferito nel luogo in cui lei vive e lavora, Pietro Loffredo, tramite i suoi avvocati Sergio e Angelo Pisani, richiede invece la costruzione di una cappella a Caivano.
Nella lettera si afferma che l’intento è quello di “onorare la memoria della piccola, vittima di un omicidio tragico, forse senza precedenti per la sua brutalità nella storia del nostro Paese, e di fungere da monito affinché simili atrocità non si verifichino mai più”. Pietro Loffredo e i suoi legali evidenziano anche che, in qualità di genitore della bambina, ritiene di avere il diritto di essere consultato in anticipo su decisioni di questo tipo, che toccano profondamente la sua sfera personale, affettiva e morale. “Il diritto alla memoria della figlia spetta in egual misura a entrambi i genitori”, sottolinea Loffredo, il quale chiede al commissario Ciciliano che “queste istanze vengano trattate con la dovuta attenzione, nel rispetto dei diritti e delle sensibilità di tutte le parti coinvolte”.