NAPOLI. La Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha condannato alla censura il giudice di Napoli Anna Scognamiglio, accusata di aver violato i suoi doveri per non essersi astenuta nel processo sull’applicazione della legge Severino al governatore della Campania Vincenzo De Luca.
Scognamiglio è stata invece assolta dall’accusa di aver violato la riservatezza e di aver rivelato notizie riservate a suo marito, Guglielmo Manna, che concorreva per una nomina di vertice in una delle Asl della Campania.
I precedenti
Il sostituto procuratore generale della Cassazione Alfredo Viola aveva chiesto come sanzione la perdita di un anno di anzianità, ritenendo Scognamiglio responsabile anche di aver rivelato al marito, Guglielmo Manna, informazioni che questi avrebbe utilizzato per “accreditare la possibilità di condizionare le decisioni della moglie e dei giudici del tribunale in favore di De Luca”.
Lo stesso Viola aveva sottolineato che i fatti contestati al magistrato napoletano erano di particolare gravità in quanto le sue decisioni avrebbero portato ad un’eventuale nuova tornata elettorale i cittadini della Regione Campania.
“Se sono colpevole, lo sono per aver vissuto per venti anni con un uomo che ha tradito la mia fiducia e quella della mia famiglia – si era difesa la Scognamiglio – Non ritenevo di dovermi astenere perché non ho mai ritenuto concrete le possibilità di mio marito di ottenere la nomina a presidente di una Asl per questioni di valutazioni e punteggio – aveva aggiunto – e non ho mai pensato che la sua carriera dipendesse dalla nomina di De Luca”
Sulla vicenda è in corso a Roma anche un processo penale che vede tra gli imputati per induzione indebita Scognamiglio e il marito.