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Stadio della Roma, la bomba di Parnasi: “Ho pagato tutti i partiti”

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«Ho pagato tutti i partiti». Una frase che rischia di scatenare una Tangentopoli 2.0. Il costruttore Luca Parnasi, interrogato complessivamente per quasi 11 ore dai pm che indagano sul nuovo stadio della Roma, avrebbe sostanzialmente confermato davanti agli inquirenti quanto emerso dalle carte dell’inchiesta.

Cosa ha detto Parnasi durante l’interrogatorio

Parnasi, inoltre, avrebbe ammesso di aver elargito finanziamenti illeciti ai partiti politici. Dazioni di denaro e altre utilità fatte per un tornaconto personale, per accreditarsi, per avere rapporti con tutti gli uomini in posizione di potere in grado di influire sull’appalto e su altri affari in futuro. Somme tracciate, di cui l’impreditore ha dovuto spiegare significato e scopo. Più altri contributi su cui sono necessari ulteriori approfondimenti per chiarirne la natura.

L’interrogatorio di Parnasi

L’interrogatorio di Parnasi è iniziato il 27 giugno alle ore 16: il primo round è terminato alle 22, dopo circa sei ore. Il 28 giugno Parasi è tornato a parlare davanti agli inquirenti in un interrogatorio durato altre cinque ore. Tutto si è svolto nel carcere di Rebibbia, dove Parnasi si trova detenuto dopo il trasferimento dal San Vittore di Milano.

Il ruolo di Lanzalone

Molte le domande sul ruolo dell’ex presidente di Acea Luca Lanzalone, finito ai domiciliari. Nelle intercettazioni Parnasi parla di lui con un suo collaboratore, affermando che l’avvocato genovese sarebbe stato «messo a Roma da Grillo per il problema dello stadio assieme al professore Fraccaro e a Bonafede» (leggi anche: Chi ha portato Lanzalone a Roma? Le versioni contrastanti nel M5s).

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