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Vincenza Donzelli morta dopo il parto a Napoli, il fratello: “Vogliamo sapere cosa è successo”

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La vittima
La vittima

Vincenza Donzelli è morta dopo il parto del suo primo figlio il 13 agosto 2022 a Napoli: per la prima volta il fratello parla alle telecamere e chiede che venga fatta chiarezza su cosa è realmente accaduto quel giorno.

Vincenza Donzelli morta dopo il parto a Napoli, il fratello: “Vogliamo la verità”

Non so se ci sono delle colpe o dei colpevoli. So solo che mia sorella è entrata in una sala parto e non è più uscita. E un giorno Vincenzo dovrà sapere perché non ha la mamma”, sono queste le parole ancora intrise di dolore di Gianluca Donzelli, fratello di Vincenza che oggi ha rotto quello che è stato un lungo silenzio. La donna era in attesa del primo figlio insieme al compagno Andrea, figlio dell’attore Vincenzo Cannavale.

La morte

Era il 13 agosto del 2022 quando la donna muore. “È entrata in una sala parto senza mai uscirne”. La vicenda, che scosse profondamente tutta napoli, è finita in Tribunal lo scorso 22 gennaio quando è stata rinviata l’udienza preliminare ad aprile prossimo. La richiesta della Procura è per il rinvio a giudizio di 4 medici.

“Non so se ci sono colpe o colpevoli”, ripete più volte Gianluca. “Quello che è successo a mia sorella io non voglio che riaccada più. La cosa più brutta, che non auguro a nessuno, è sentire le urla di tua mamma tra le tue braccia. Perché sentire le urla di una mamma che ha perso un figlio o una figlia, e dover avere la responsabilità di dire a tua mamma che tua sorella non c’è più, è una cosa che non auguro a nessuno”.

Gianluca che ha vissuto per 15 anni all’estero con una carriera da chef era tornato in Italia: “Ero tornato per festeggiare, mi sono trovato in un inferno”. Dopo la morte della sorella si è completamente dedicato alla famiglia e al nipotino Vincenzo. “Se fosse successo a un semplice impiegato?”, si chiede il fratello di Enza, che sottolinea come non ci sia un sostegno per chi si ritrova ad affrontare questo percorso da solo.

“Voglio sapere la verità. Io ho dovuto lasciare tutto, tutti i miei sogni. Quale istituzione c’è che ti aiuta? Che dice hai bisogno di uno psicologo? Questo bambino ha bisogno di un nido? Penso sia importante sentire la voce di chi è stato in silenzio come me per tanto tempo. Tra i tanti messaggi che mi spingono a venire qui, ci sono i messaggi di tante persone che hanno avuto la stessa esperienza, ma nessun supporto. Non potevano permettersi un avvocato, di non andare a lavoro, di pagare un nido, uno psicologo. E allora è per quelle persone che oggi parlo”.

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