Cronaca

Nasa-SpaceX, rinviato il lancio della Crew Dragon a causa del meteo

Rinviato il lancio della Crew Dragon a causa del meteo. La capsula privata con a bordo Bob Behnken e Dug Hurley non ha avuto l’ok per il decollo. Ci sarà un nuovo tentativo sabato, alle 21:22 italiane.

SpaceX, rinviato il lancio della Crew Dragon a causa del meteo

Il cielo sopra Cape Canaveral non ha collaborato e il lancio della Crew Dragon è rinviato a sabato 30 maggio alle 21:22 italiane. L’America ha atteso questo momento per nove anni, si tratta di attendere altri tre giorni per vedere il primo equipaggio decollare verso lo spazio dal suolo statunitense. Bob Behnken e Dug Hurley erano seduti da più di due ore mentre tecnici e ingegneri controllavano ogni minimo dettaglio. I portelli si erano chiusi attorno alle 20.30 ma durante gli ultimi minuti del countdown il meteo era “no go“. Non ci sono le condizioni di sicurezza per lanciare.

Due eroi

Behnken e Hurley sono già celebrati come due eroi. Sono arrivati al launch pad 39A del Kennedy Space Center dopo aver salutato mogli e figli, un abbraccio simbolico al di là del cordone di sicurezza. Poi, con una Tesla model X bianca, sono sfrecciati fino ai piedi della torretta che si affaccia sull’Atlantico. Con l’ascensore hanno percorso i 70 metri di altezza e hanno preso posto in due dei quattro sedili nella capsula in testa al razzo che li sparerà molto più in alto.

I primi su una capsula privata

Saranno i primi dal 2011 ad arrivare in orbita partendo dal suolo americano. I primi su una capsula privata. Gli stessi primati che potranno vantare, se tutto filerà liscio, anche SpaceX e il suo fondatore, Elon Musk. Col merito di aver dato all’America una nuova indipendenza dalla Russia per l’accesso allo spazio dei suoi astronauti.

Ad assistere al “lift off” erano arrivati anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il suo vice, Mike Pence. L’Air Force One con a bordo il presidente aveva sorvolato Cape Canaveral a favore di telecamera prima di atterrare. Niente pubblico per evitare assembramenti in tempo di coronavirus, ma a guardare la diretta della Nasa e di SpaceX c’erano non solo gli americani. Tutto il mondo era collegato per l’evento epocale.

Il viaggio verso la Iss

Durante il viaggio verso la Iss, quando sarà possibile, Behnken e Hurley testeranno i sistemi della Dragon, per verificare che tutto funzioni “nominalmente”. Le operazioni sono in mano a un computer che gestisce la fase di trasferimento e anche l’attracco.

L’attracco e la missione Demo-2

La Dragon è spinta da un razzo Falcon 9, il vettore che ha fatto la fortuna della compagnia aerospaziale di Musk grazie al primo stadio riutilizzabile. Il primo stadio brucerà per circa due minuti e mezzo prima di separarsi e lasciare il compito al secondo stadio di accompagnare la capsula fino all’orbita. Dopo 12 minuti anche il compito di quest’ultimo sarà terminato e si staccherà. A quel punto la Dragon e gli astronauti saranno in orbita diretti verso la Iss.

In caso qualcosa vada storto subito dopo il lancio, la navetta attiverà il sistema di fuga dal vettore, grazie a dei razzi che la ‘spareranno’ via e un paracadute ne assicurerà un ammaraggio sicuro nell’Atlantico. Tutto dovrebbe avvenire senza l’intervento umano. L’aggancio automatico alla Stazione spaziale era stata testata durante la missione Demo-1, quando la Crew Dragon ha volato la prima volta, senza astronauti.

In caso di problemi o malfunzionamenti, passerà tutto al comando manuale e spetterà agli astronauti aggiustare la manovra e “prendere la mira” per allacciare i portelli, assistiti dai colleghi a bordo della Stazione. I comandi si trovano sugli gli ampi touchscreen che hanno davanti al volto, così diversi dai pulsanti della più datata Soyuz che si schiacciano con l’aiuto di una piccola asta.

Demo-2 è una prima volta, ma è ancora una missione di test. La Crew-1 prenderà il volo nei prossimi mesi con una Dragon. Nel frattempo, Bob Behnken e Dug Hurley, trascorreranno un po’ di tempo a sulla Iss. Più di quanto programmato. Inizialmente era previsto che restassero in orbita un paio di settimane, nel 2019. Con lo slittamento del lancio, le cose sono cambiate. A bordo della Iss ora ci sono solo tre astronauti, i russi Anatoly Ivanishin e Ivan Vagner e lo statunitense Christopher Cassidy. Behnken e Hurley potrebbero rimanere in orbita assieme a loro per un tempo non ancora precisato, da uno a quattro mesi.

Doug e Bob, i veterani

Sono due piloti militari, entrambi sono stati nello spazio più di una volta. Il colonnello Robert L. Behnken, 50 anni a luglio, laurea, master e Phd in ingegneria meccanica. Selezionato come astronauta dalla Nasa nel 2000 ha volato due volte con lo Space Shuttle Endeavour nel 2008 e nel 2010 per un totale di 29 giorni e 12 ore nello spazio.

Douglas G. Hurley, 54 anni a ottobre, è un pilota del corpo dei Marines. Laurea in ingegneria civile, ha volato anche lui per due volte nello spazio. La prima, nel 2009, con l’Endeavour. La seconda nel 2011, con l’Atlantis, che è stata anche l’ultima missione di uno Space Shuttle, che ha trasportato il modulo italiano “Raffaello”, costruito da Thales Alenia Space per l’Agenzia spaziale italiana.

Il Commercial crew program

Crew Dragon è uno dei due nuovi “taxi” (l’altra è la Starliner costruita dalla Boeing, che ha fallito l’arrivo alla Iss nel primo test di volo a dicembre) che la Nasa affitterà per trasportare astronauti in orbita. Finalmente indipendente dalla Soyuz russa per accedere allo spazio con un proprio equipaggio.

Sono la parte principale del Commercial crew program della Nasa, avviato sotto l’amministrazione Obama e che ora prende il volo. Il costo totale per i contratti stipulati con le due aziende, SpaceX e Boeing, ammonta a oltre sette miliardi e mezzo di dollari.

Con la Nasa diamo una spinta per lo sviluppo del settore privato che ancora non ha le risorse per commercializzare questi servizi”. Lo ha detto l’amministratore della Nasa Jim Bridenstine durante la conferenza stampa che ha preceduto il lancio.

Il boost alle imprese commerciali con i soldi dei contribuenti americani significa dare linfa a un settore che sarà sempre più strategico, ma nel prossimo futuro sarà ad appannaggio dei privati con l’agenzia spaziale americana che sarà un acquirente come gli altri (solo molto più ricco).

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