Cronaca

Naufragio di migranti, trovato il corpo di una bimba sulla spiaggia

A seguito del naufragio di migranti, al largo delle coste di Crotone, è stato trovato il corpo di una bimba, sulla spiaggia di Steccato di Cutro. Sale, così, a 67 il numero delle vittime del naufragio del barcone carico di migranti.

Naufragio di migranti, trovato il corpo di una bimba sulla spiaggia

Il ritrovamento è avvenuto in mattinata. L’ultimo corpo, in ordine di tempo, ad essere stato recuperato dai soccorritori che stanno operando nella zona della tragedia, è quello di una bambina.

L’intervento dei Carabinieri

Sono 2 carabinieri del radiomobile della Compagnia di Crotone i primi ad intervenire, alle 4.30, dopo il naufragio del barcone carico di migranti. I militari hanno salvato due persone e recuperato 17 corpi. “Ci siamo avvicinati, immergendoci in acqua, notando la presenza di due corpi privi di conoscenza, sotto l’imbarcazione ed in pericolo di essere schiacciati…Una donna era già deceduta, mentre un uomo era in sofferenza respiratoria” si legge nella relazione agli atti dell’inchiesta. Solo dopo sono arrivati alcuni pescatori, e, successivamente, 118, Gdf, Polizia, Guardia Costiera e personale del Centro di accoglienza.

Il comandante della capitaneria di porto di Crotone Vittorio Aloi ha dichiarato:

Perché non siamo usciti? Non è così il discorso. Dovreste conoscere i piani, gli accordi che ci sono a livello ministeriale. Le nostre regole di ingaggio sono una ricostruzione molto complessa non da fare per articoli di stampa. Ci sarebbe bisogno di specificare molte cose su come funziona il dispositivo per il plottaggio dei migranti, da che arrivano nelle acque territoriali a che poi debbano essere scortati o accolti: le operazioni le conduce la Gdf finchè non diventano Sar. In questo caso la dinamica è da verificare”.

“A noi risulta che domenica il mare fosse forza 4 ma motovedette più grandi avrebbero potuto navigare anche con mare forza 8. A noi non è giunto nessun allarme? Ripeto, adesso c’è un intricato discorso di ricostruzione dei fatti del quale non posso e non mi posso permettere di anticipare le conclusioni perché non ci siamo nemmeno arrivati. Stiamo rifacendo tutto il percorso dei fatti e poi riferiremo all’autorità giudiziaria”. Ha continuato il comandante Vittorio Aloi.

“Crediamo di avere operato anche in questo caso secondo le nostre regole d’ingaggio. Ci dispiace soltanto leggere sui giornali che non abbiamo fatto il soccorso. Comprendiamo che ne puoi salvare 100 mila ma poi è quell’unico ragazzino o bambino o famiglia che non riesci a salvare che fa sembrare inutile il tuo lavoro. Non si tratta di burocrazia e di qualunque esperienza si può fare tesoro. Vedremo alla fine delle indagini che non sono solo penali ma anche interne e amministrative. Sono provato umanamente ma professionalmente sono a posto”

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