La ‘ndrangheta calabrese: clan e famiglie piĆ¹ potenti in Calabria
[titolo_paragrafo]La ‘ndrangheta in provincia di Catanzaro[/titolo_paragrafo]
In provincia di Catanzaro la cosca cutrese dei GRANDE ARACRI continua la propria ingombrante influenza attraverso il locale di Cutro. Nel capoluogo si conferma lāoperativitĆ del clan dei GAGLIANESI e ABBRUZZESE-BEVILACQUA – ZINGARI, operanti soprattutto nei quartieri meridionali.
Nel mese di febbraio, nellāambito dellāoperazione āPasso di Saltoā, la Polizia di Stato e lāArma dei carabinieri, coordinati dalla DDA di Catanzaro, hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di 47 soggetti, dediti alla produzione ed al traffico di ingenti quantitativi di stupefacenti. Lāinchiesta ha permesso di disarticolare un sodalizio criminoso radicato sul territorio e contiguo alle locali cosche, nonchĆ© di identificare soggetti rom che controllavano la vendita degli stupefacenti al dettaglio, concentrata su diverse piazze di spaccio della periferia sud della cittĆ . Le investigazioni hanno consentito, inoltre, di documentare sia le modalitĆ con le quali i ricavi illeciti venivano reimpiegati per finanziare lāacquisto allāingrosso di ulteriori partite di stupefacente, sia quattro distinti canali di approvvigionamento: Guardavalle in provincia di Catanzaro, Gioiosa Jonica e San Luca in provincia di Reggio Calabria ed Isola Capo Rizzuto in provincia di Crotone. Nel medesimo contesto investigativo, sempre a febbraio, nellāambito dellāoperazione āAll Ideasā, i Carabinieri hanno eseguito unāaltra misura cautelare nei confronti di altri 15 soggetti dediti al traffico di ingenti quantitativi di stupefacente.
Le indagini, condotte a seguito dellāomicidio avvenuto il 6 novembre 2014 nel capoluogo di un soggetto catanzarese, hanno ricondotto il delitto alle dinamiche criminali tracciate con la descritta operazione āPasso di saltoā, consentendo altresƬ di rinvenire e sequestrare armi ed ingenti somme di denaro. Ad aprile, nellāambito dellāoperazione āKeleosā, la Polizia di Stato ha eseguito il fermo di indiziato di delitto di 6 soggetti di origine calabrese e di 3 originari di Cerignola (FG) ā uno dei quali contiguo al clan cerignolano PIARULLI – ed Andria (BT), ritenuti responsabili, tra lāaltro, di rapina realizzata con schemi di tipo paramilitare, aggravata dal metodo mafioso. Gli arrestati facevano parte del commando armato – composto da almeno 15 persone – che, nella serata del 4 dicembre 2016, assaltĆ² il caveau di un Istituto di Vigilanza ubicato nella zona industriale di Catanzaro, sottraendo 8,5 milioni di euro in contanti. Le indagini hanno fatto luce sulle sinergie criminali tra consorterie pugliesi e calabresi, finalizzate ad agevolare, in particolare, la āndrangheta catanzarese e di San Leonardo di Cutro (KR), atteso che parte del denaro era stato suddiviso tra le varie cosche dellāarea.
Nel basso versante jonico-soveratese si attesta il locale che fa capo alla famiglia GALLACE di Guardavalle, alleata con la cosca reggina RUGA-METASTASIO-LEUZZI. Alla famiglia GALLACE fa capo anche la cosca GALLELLI, mentre sul territorio di Soverato e comuni limitrofi, si conferma la presenza della cosca SIA-PROCOPIO-TRIPODI. Nel territorio delle pre-Serre e, specificamente, nei comuni di Chiaravalle e Torre di Ruggiero, operano le famiglie IOZZO-CHIEFARI. I CATARISANO-ABBRUZZO-GUALTIERI-COSSARI, invece, insistono sui comuni jonici di Borgia e Roccelletta di Borgia. Nellāarea di Vallefiorita e nelle zone limitrofe risultano operativi i TOLONE-CATROPPA. Nella zona nota come āpre-Silaā si registra la presenza delle famiglie PANE-IAZZOLINO e CARPINO-SCUMACIBUBBO. Lāarea di Lamezia Terme risulta convenzionalmente ripartita in tre aree, rispettivamente di competenza dei clan IANNAZZO, CERRA-TORCASIO-GUALTIERI e GIAMPĆ (cui si affiancano compagini di minor rilievo) prevalentemente dedite alle estorsioni e ai traffici di stupefacenti. Ad aprile, a Lamezia Terme, Catanzaro ed Ancona, nel prosieguo dellāoperazione āCrisalideā, i Carabinieri hanno eseguito una misura restrittiva nei confronti di 4 soggetti, accusati di estorsione, legati alla menzionata cosca CERRA-TORCASIO-GUALTIERI.
Le indagini, oltre a far luce sul legame esistente tra soggetti di etnia rom attivi nel comune di Lamezia Terme ed esponenti di vertice della predetta cosca, hanno documentato come, previo pagamento di una somma di denaro, un soggetto avesse recuperato un automezzo rubato da alcuni degli indagati, ai quali la persona offesa si era rivolta, riconoscendone il ruolo nellāambito dei circuiti criminali lametini. Sempre nellāarea lametina, a maggio, nellāambito dellāoperazione āZona Francaā, i Carabinieri hanno eseguito unāordinanza di custodia cautelare nei confronti di 8 soggetti, che avevano la disponibilitĆ di armi da fuoco, documentando la gestione di una piazza di spaccio, divenuta riferimento per tutto il comprensorio di Lamezia Terme.
Nel periodo in esame anche i patrimoni dei sodalizi lametini sono stati colpiti dalle attivitĆ di polizia. A febbraio, a Lamezia Terme, la Guardia di finanza ha eseguito la confisca di beni, appartenenti ad un esponente di rilievo della cosca CERRA-TORCASIO-GUALTIERI, tra cui una villa ubicata nella zona sud della cittĆ , unāautomobile e disponibilitĆ finanziarie, per un valore di oltre 330 mila euro. Ancora, a Lamezia continuano a registrarsi connessioni tra sodalizi locali e la famiglia MANCUSO di Limbadi (VV), cosƬ come consolidati appaiono i rapporti tra i CERRA-TORCASIO-GUALTIERI, le āndrine di San Luca e soggetti di origine albanese, finalizzati allāapprovvigionamento di stupefacenti.