Cronaca

No Green pass, in centinaia in piazza a Trieste: nasce il Coordinamento 15 ottobre

Puzzer: "Non scenderemo a patti con nessuno. Andremo avanti fino a quando non verrà tolto il Green pass"

Continua la protesta dei No Green pass a Trieste. I manifestanti contrari alla certificazione verde si sono spostati in piazza dell’Unità dopo lo sgombero del varco 4 al porto di ieri mattina e i momenti di tensione del pomeriggio. Il movimento triestino ha deciso di creare un ‘vertice’ chiamato Coordinamento 15 ottobre.

No Green pass a Trieste: nasce il Coordinamento 15 ottobre

Il Coordinamento 15 ottobre è un organismo di pacifici e ghandiani che rappresenta i cittadini contro l’obbligo vaccinale e il Green pass e che porterà avanti quindi le manifestazioni. I portavoce sono il portuale Stefano Puzzer e Dario Giacomini, noto medico no vax di Vicenza, primario radiologo sospeso, presidente dell’associazione Contiamoci, nata per i sanitari sospesi. Ne fa parte anche lo psichiatra Marco Bertali. Intanto Puzzer incita il movimento: “Non scenderemo a patti con nessuno. Andremo avanti fino a quando non verrà tolto il Green pass”.

L’incontro con il ministro Patuanelli

Uno dei prossimi appuntamenti in programma è quello di sabato, quando in città è previsto l’arrivo del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli. “Venerdì – spiegano dal Coordinamento – ci sarà una manifestazione”. Oggi il varco 4 del Porto Nuovo di Trieste è rimasto aperto ai tir in arrivo, con alcuni manifestanti – circa una trentina – confinati su un marciapiede. Anche il traffico veicolare, non molto intenso, è regolare, con alcune deviazioni sulla sopraelevata, che ‘salta’ il punto d’accesso allo scalo, per i veicoli provenienti dal centro cittadino. Regolare anche il passaggio degli autobus del trasporto pubblico.

L’intervento del presidente Fedriga

Nelle scorse ore è intervenuto anche il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, auspicando la linea del dialogo: “Difendo ildiritto di manifestare, che è sacro. Se invece si vuole ritornare a manifestazioninon autorizzate che impediscano l’attività lavorativa di altre persone che liberamente decidono di andare a lavorare, penso sia profondamente sbagliato, perché non è più una protesta legittima ma diventa una prevaricazione“.

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