Cronaca

Meno Dad e quarantene dimezzate: a scuola al via le nuove regole (ma restano le polemiche)

Con l'entrata in vigore delle nuove regole disposte dal decreto approvato il 2 febbraio, centinaia di classi possono finalmente dire addio alla didattica a distanza

Con l’entrata in vigore delle nuove regole disposte dal decreto approvato il 2 febbraio, centinaia di classi possono finalmente dire addio alla didattica a distanza. Dalle elementari alle superiori, infatti, i vaccinati e i guariti possono d’ora in poi restare sempre in classe, mentre i non vaccinati vedono un dimezzamento delle giornate di Dad. Ma nel mondo della scuola non mancano comunque le polemiche: secondo i presidi “regna la confusione”.

Dad e quarantene, le nuove regole a scuola

Fino a quattro casi di positività nella stessa sezione/gruppo classe, l’attività educativa e didattica prosegue in presenza per tutti. È previsto l`utilizzo di mascherine FFP2 da parte dei docenti e degli educatori fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso di positività. In caso di comparsa di sintomi, è obbligatorio effettuare un test antigenico (rapido o autosomministrato fai-da-te) o un test molecolare. Se si è ancora sintomatici, il test va ripetuto al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto. Con cinque o più casi di positività nella stessa sezione/gruppo classe l’attività educativa e didattica è sospesa per cinque giorni.

Scuola primaria

Fino a quattro casi di positività nella stessa classe le attività proseguono per tutti in presenza con l’utilizzo di mascherine FFP2 (sia nel caso dei docenti che degli alunni sopra i 6 anni) fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso di positività. In caso di comparsa di sintomi, è obbligatorio effettuare un test antigenico (rapido o autosomministrato) o un molecolare. Se si è ancora sintomatici, il test va ripetuto al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto. Con cinque o più casi di positività nella stessa classe, i vaccinati e i guariti da meno di 120 giorni o dopo il ciclo vaccinale primario, i vaccinati con dose di richiamo e gli esenti dalla vaccinazione proseguono l’attività in presenza con l`utilizzo della mascherina FFP2 (sia nel caso dei docenti sia per gli alunni sopra i 6 anni) fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso di positività. Per la permanenza in aula è sufficiente il Green pass. Per gli altri alunni è prevista la didattica digitale integrata per cinque giorni.

 

Scuola secondaria di I e II grado

Con un caso di positività in classe l’attività didattica prosegue per tutti con l’utilizzo di mascherine FFP2. Con due o più casi di positività nella stessa classe i vaccinati e i guariti da meno di 120 giorni o dopo il ciclo vaccinale primario, i vaccinati con dose di richiamo e gli esenti dalla vaccinazione proseguono l`attività in presenza con l’utilizzo di mascherine FFP2. Per la permanenza in aula è sufficiente il Green pass. Per gli altri studenti è prevista la didattica digitale integrata per cinque giorni.

Regime sanitario

Con cinque o più casi di positività nei servizi educativi per l’infanzia, nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria e con due casi o più di positività nella scuola secondaria di I e II grado, si applica ai bambini e agli alunni il regime sanitario dell’autosorveglianza, ove ne ricorrano le condizioni (vaccinati e guariti da meno di 120 giorni o dopo il ciclo vaccinale primario, vaccinati con dose di richiamo), altrimenti si applica il regime sanitario della quarantena precauzionale di cinque giorni, che termina con un tampone negativo. Per i successivi cinque giorni dopo il rientro dalla quarantena gli studenti dai 6 anni in su indossano la mascherina FFP2.

Le polemiche

Sulle nuove regole per contagi e Dad, Antonello Giannelli, presidente di Anp, l’Associazione nazionale dei presidi, lamenta il fatto che l’applicazione delle nuove regole prenda il via il lunedì, “con classi che devono tornare in presenza ma non lo sanno”. Anche perché, lamentano i dirigenti scolastici, le norme nazionali si sovrappongono spesso a quelle regionali e alle disposizioni delle Asl.

“C’è un aggrovigliarsi di disposizioni, spesso in contraddizione tra loro, di fronte alle quali rimaniamo perplessi: serve una cabina di regia. I presidi così sono costretti a fare i dirigenti sanitari, perdendo di vista la formazione”, accusa Mario Rusconi, presidente dei presidi romani. Anche lo Snals, con Elvira Serafini, rileva che “la possibilità del test autosomministrato è prevista solo per chi sia in auto sorveglianza, manifesti dei sintomi e viene data la possibilità di autocertificare il relativo esito, mentre non è chiaro se la disposizione, prevista per la primaria, sia valida pure per le secondarie. È necessario promuovere da subito un coordinamento nazionale”.

La Cisl scuola è invece preoccupata per l’alto numero di casi di contagio previsti nella scuola dell’infanzia prima che vi sia la sospensione delle attività didattiche; la Flc Cgil invece critica la divisione tra alunni vaccinati in classe e non vaccinati, che rimarranno a casa nei casi di positività previsti.

Miozzo (ex coordinatore del Cts): “Regole non gestibili, servono i tamponi” “Mi sembra che sia necessaria una laurea in Filosofia della scienza per comprendere e applicare queste disposizioni. Immagino i professori, i dirigenti di istituto e i genitori che si devono orientare in questa complessità che è assolutamente ingovernabile e non gestibile. Nella gestione del Covid a scuola siamo ancora a ‘carissimo amico’”. E’ la critica dell’ex coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, che, intervistato da La Stampa, dice: “Fanno bene i ragazzi a protestare, se avessi 50 anni di meno scenderei in piazza anch’io”.

“Il problema – a suo avviso – va affrontato dando autonomia alle scuole nel governo della salute. Ci vuole un sistema sanitario dedicato, tornando al medico scolastico” o “basterebbero degli infermieri per garantire un adeguato sistema di tracciamento. In tutti gli altri Paesi dell’Ue gli studenti si sottopongono anche a due tamponi a settimana. In Italia invece il tracciamento sembra una sfida insormontabile. Com’è possibile delegare alla famiglia l’onere in termini di tempo e denaro dei tamponi e dell’auto-sorveglianza? È un incubo”. Inoltre, prosegue, “la discriminazione in ambito scolastico tra chi è vaccinato e chi non lo è non mi piace. Bisogna evitarla utilizzando un monitoraggio costante attraverso tamponi a tappeto”.

Ricciardi: “Per bimbi senza vaccino non è discriminazione ma protezione” – D’accordo con le nuove regole è Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza, che ha spiegato: “Per i bambini vaccinati l’infezione può decorrere in maniera blanda. Al contrario, il bambino non vaccinato è un bambino vulnerabile. Quindi non si tratta di discriminarlo, ma di proteggerlo. Se poi questo di fatto implica una sorta di discriminazione, dispiace, ma la salute è il primo bene da tutelare”.


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