Cronaca

Green pass, cambia tutto: durata ridotta e luoghi al chiuso vietati ai no vax | IL NUOVO DECRETO

Nuovo decreto green pass, ecco cosa cambia per i no vax. Bar, ristoranti, cinema, teatri e luoghi al chiuso accessibili solo ai vaccinati

Cosa cambia col nuovo decreto green pass? La prossima settimana il governo potrebbe varare un nuovo decreto che andrà a modificare diversi aspetti sulla certificazione verde e su accessi e divieti per i no vax. Un modo per limitare e frenare l’ondata di contagi da Covid, anche col pressing dei governatori che vogliono evitare nuove chiusure.

Nuovo decreto green pass, cosa cambia per i no vax

Il decreto che introdurrà anche l’obbligo di richiamo per il personale sanitario e i lavoratori che entrano nelle Rsa, le residenze per anziani, potrebbe essere approvato già la prossima settimana. La linea della cautela sin qui tenuta da Palazzo Chigi non regge di fronte al rischio che le terapie intensive superino la soglia critica, come sta accadendo in altri Stati europei. E dunque anche l’Italia sembra andare nella direzione di un doppio binario, per premiare chi ha completato il ciclo vaccinale come riportato dal Corriere della Sera.

Il green pass dura 9 mesi

Sembra essere scontata la riduzione della validità del green pass che potrebbe passare da 12 a 9 mesi. Questo perché gli ultimi studi dell’Istituto superiore di sanità che dimostrano come la copertura vaccinale cominci a scemare dopo i 6 mesi. Anche per questo motivo il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha deciso di anticipare al 22 novembre l’avvio della campagna di richiamo per la fascia di età tra i 40 e i 60 anni. Entro il 29 novembre l’Ema dovrebbe dare il via libera al vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Subito dopo l’Italia avvierà la campagna anche per i più piccoli.

Divieti ai no vax e green pass rafforzato

Bar, ristoranti, cinema, teatri e tutti i luoghi al chiuso potrebbero essere inaccessibili per chi non è vaccinato. Al ministero della Salute lo ritengono ormai “inevitabile“. Il rigore che sin dall’inizio della pandemia ha sempre caratterizzato la linea di Speranza, ritorna nel momento in cui c’è il rischio di “vanificare gli sforzi fatti sin ad ora”.


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