CronacaPolitica
Tendenza

Nuovo Dpcm, zone rosse, gialle e arancioni: ecco quali sono i criteri con cui sono state decise le classificazioni

Nuovo Dpcm, perché zone rosse, arancioni e gialle? Vediamo insieme tutti i criteri con cui sono state classificate le regioni

Il nuovo Dpcm per arginare i contagi da coronavirus in Italia entrerà in vigore domani 6 novembre, e sarà valido fino al 3 dicembre. Tra le novità introdotte c’è la divisione dell’Italia in tre zone: rosse, arancioni e gialle. Per ognuna saranno attuate diverse misure restrittive. Vediamo insieme quali sono i criteri con cui sono state classificate le Regione.

Nuovo Dpcm, perché zone rosse, gialle e arancioni? Ecco i criteri

Il monitoraggio:

Il monitoraggio comprenderà i seguenti indicatori:

  • – indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio (Tabella 1);
  • – indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei
    contatti (Tabella 2);
  • indicatori di risultato relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari
    (Tabella 3).

Clicca qui per visualizzare le tabelle ed il testo integrale 


  • Indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio:
  • Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio
    sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso
    periodo.
  • Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi
    dalla TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in
    ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso
    periodo.
  • Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di
    terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di
    casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di
    sorveglianza nello stesso periodo.
  •  Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o
    residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  • Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali
    sociosanitarie (opzionale).
  • Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente
    con almeno una criticità riscontrata (opzionale).
  • Indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei
    contatti:
  • Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di
    screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting
    (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese.
  • Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi.
  • Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale).
  • Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio
    territoriale al contact-tracìng.

Clicca qui per visualizzare le tabelle ed il testo integrale 


  • Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio
    territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei
    contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.
  • Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata ima
    regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di
    infezione confermati.
  • Indicatori di risultato relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta deiservizisanitari:
  • Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni.
  • Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori,
    basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).
  • Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana
    (opzionale).
  • Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza
    integrata COVID-19 per giorno.
  • Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra
    loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).
  •  Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non
    associati a catene di trasmissione note.
  • Numero di accessi al PS con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici
    riconducibili a COVID-19 (opzionale).
  •  Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti
    COVID-19.
  • Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19.
    La fase di transizione dell’epidemia di COVID-19 si propone di proteggere la popolazione, con
    particolare attenzione per le fasce di popolazione vulnerabile, e di mantenere un numero di casi di
    infezione limitato e comunque entro valori che li rendano gestibili da parte dei servizi sanitari del
    Paese.

 

Clicca qui per visualizzare le tabelle ed il testo integrale 


I criteri

I criteri da valutare per la fase di transizione nella gestione COVID-19 in Italia sono i seguenti:

  •  mantenimento di un numero di nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2 stabile ovvero un
    aumento limitato nel numero di casi nel tempo e nello spazio, che possa essere indagato in
    modo adeguato e contenibile con misure di controllo locali;
  • mantenimento o riduzione del numero di casi di trasmissione in strutture che ospitano
    popolazioni vulnerabili (cluster in ospedali, RSA, altre strutture assistenziali, case di riposo
    ecc.) e assenza di segnali di sovraccarico dei servizi sanitari.
    Le soglie definite negli indicatori proposti sono volte a monitorare il mantenimento di questi criteri.
    Sono inoltre identificati valori di allerta che devono portare ad una valutazione del rischio
    congiuntamente nazionale e della/e Regioni/PP.AA. interessate, per decidere se le condizioni siano
    tali da richiedere una revisione delle misure adottate/da adottare ed eventualmente anche della fase
    di gestione dell’epidemia.
    Valori soglia sono definiti in modo puntuale per alcuni indicatori mentre una valutazione
    comparativa sarà effettuata con i dati dei 7 giorni precedenti raccolti nell’ambito della sorveglianza
    integrata nazionale, il cui storico costituirà quindi il valore di riferimento epidemiologico.
    Una prima valutazione della qualità delle informazioni raccolte si effettuerà valutando la complìance
    della qualità minima dei sistemi informativi utilizzati per la raccolta attraverso indicatori di processo
    in Tabella 1.

Clicca qui per visualizzare le tabelle ed il testo integrale 


Una volta accertata la qualità del dato si procederà ad una valutazione del rischio, definito come la
combinazione della probabilità e dell’impatto di una minaccia sanitaria. È possibile analizzare
separatamente queste due condizioni per poi valutare il rischio complessivamente. In questo contesto
specifico, la minaccia sanitaria è costituita dalla trasmissione non controllata e non gestibile di
SARS-CoV-2, e si valuterà quindi il rischio legato alla probabilità di infezione/trasmissione in Italia
e all’impatto, ovvero la gravità della patologia con particolare attenzione a quella osservata in
soggetti con età superiore a 50 anni.

La Figura 1 riporta l’algoritmo di valutazione relativo alla probabilità, mentre la Figura 2 riporta
quello relativo all’impatto con indicati gli indicatori di riferimento. Il risultato di entrambe queste
valutazioni viene rapportato alla matrice di stima del rischio riportata in Tabella 4, restituendo una
valutazione del rischio complessivo.


Clicca qui per visualizzare le tabelle ed il testo integrale 


Qualora gli indicatori non opzionali di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine
e di gestione (Tabella 2) dei contatti non siano valutabili o diano molteplici segnali di allerta, il
rischio così calcolato dovrà essere rivalutato al livello di rischio immediatamente superiore.
Una classificazione di rischio moderato/alto/molto alto porterà ad una rivalutazione e validazione
congiunta con la Regione/RA. interessata che porterà a integrare le informazioni da considerare con
eventuali ulteriori valutazioni svolte dalla stessa sulla base di indicatori di processo e risultato
calcolati per i propri servizi.

Qualora si confermi un rischio alto/molto alto, ovvero un rischio
moderato ma non gestibile con le misure di contenimento in atto, si procederà ad una rivalutazione
delle stesse di concerto con la Regione/RA.


Clicca qui per visualizzare le tabelle ed il testo integrale 


La classificazione

Una classificazione aggiornata del rischio per ciascuna Regione/RA. deve avvenire almeno
settimanalmente. Il Ministero della Salute, tramite apposita cabina di regia, che coinvolgerà le
Regioni/PP.AA. e l’Istituto Superiore di Sanità, raccoglie le informazioni necessarie per la
classificazione del rischio e realizza una classificazione settimanale del livello di rischio di una
trasmissione non controllata e non gestibile di SARS-CoV-2 nelle Regioni/PP.AA.

Risorse umane

La ricerca e la gestione dei contatti, per essere efficace, deve prevedere un numero di risorse umane adeguato che comprende operatori sanitari, personale amministrativo, e dov’è possibile, altro personale nell’ambito dei Servizi veterinari da coinvolgere a seconda delle esigenze locali.

Secondo i dati dell’ECDC, per garantire questa attività, dovrebbero essere messe a disposizione nelle diverse articolazioni locali non meno di 1 persona ogni 10.000 abitanti includendo le attività di indagine epidemiologica, il tracciamento dei contatti, il monitoraggio dei quarantenati, l’esecuzione dei tamponi, preferibilmente da eseguirsi in strutture centralizzate {drive in o simili), il raccordo con l’assistenza primaria, il tempestivo inserimento dei
dati nei diversi sistemi informativi.

Formazione del personale e vaccini: attività necessaria

È necessario provvedere alla formazione del personale e garantire, da parte dei Dipartimenti di Prevenzione e dei Distretti Sanitari, il mantenimento dei livelli di erogazione dei rimanenti ordinari servizi (ad es. screening, vaccinazioni).


Tutte le notizie sul coronavirus

Il sito del Ministero della Salute

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio